A quanto pare Recep Tayyip Erdogan non ha mantenuto le promesse fatte alla Conferenza di Berlino.
Una fregata turca la Tcg Gaziantep ieri e’ stata vista al largo della Libia. Ankara ha detto che serve per soccorrere dei migranti in mare, mentre per gli uomini del generale Khalifa Haftar sostengono che la nave ha trasportato uomini e mezzi a Tripoli per schierarli al fianco delle forze del premier libico Fayez al Sarraj. E’ stato il ministero della Difesa turco ad annunciare per primo, in un tweet, che la fregata Tcg Gaziantep della Marina militare si trovava al largo della Libia, dove “nelle scorse ore ha soccorso 30 migranti a bordo di un gommone in difficoltà nell’ambito dell’operazione Sea Guardian della Nato, consegnandoli poi al comando della Guardia costiera di Tripoli dopo aver fornito assistenza e supporto medico”.
Il tweet di Ankara ha scatenato le ire delle ong che si occupano di soccorso in mare, da Mediterranea a Sea Watch, per aver riportato persone in fuga “in un Paese senza pace e senza diritti”, mentre l’Alleanza atlantica ha smentito che al momento dell’intervento la Gaziantep si trovasse sotto il suo comando, facendo così crescere i sospetti sulla reale missione della nave. Secondo Al Arabiya, la fregata non ha solo trasferito migranti. Fonti dell’emittente basata negli Emirati, sponsor di Haftar, hanno riferito che oltre alla Gaziantep c’era anche una seconda fregata e che insieme sono entrate “all’alba nel porto di Tripoli” facendo sbarcare “soldati turchi”, mentre un “cargo” portava “carri armati e blindati per la prima volta” dopo gli impegni presi da Erdogan a Berlino. A puntare il dito contro il presidente turco è stato anche il presidente francese Emmanuel Macron che, pur senza citare l’ultimo episodio, ha accusato Erdogan di “non mantenere la parola data”: “Negli ultimi giorni vediamo navi turche accompagnare mercenari siriani sul suolo libico. E’ un’esplicita violazione di ciò che il presidente Erdogan si era impegnato a fare nella conferenza di Berlino”, ha tuonato il capo dell’Eliseo dopo aver ricevuto il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
In un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, Luigi Di Maio ha, dal canto suo, sottolineato che “il continuo flusso di armamenti verso entrambe le parti del conflitto e il blocco della produzione petrolifera minano ulteriormente le prospettive di una soluzione pacifica alla crisi in Libia”. Al collega turco, il capo della Farnesina ha poi ribadito la “preoccupazione dell’Italia per la presenza di navi turche impegnate in attività di perforazioni non autorizzate a sud della Zona economica esclusiva di Cipro”, in un’area assegnata, tra gli altri, all’Eni.