Secondo quanto riportato dal quotidiano Cumhuriyet, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che la Turchia non ha avviato alcun dialogo con il leader siriano, Bashar Al Assad, ma lascia “la porta aperta” a questa possibilità.
“Le porte della politica sono aperte fino all’ultimo momento”, ha detto Erdogan al suo ritorno dal vertice tra Turchia, Russia e Iran nella città russa di Sochi. “Questa situazione non si è verificata al momento”, ha spiegato il presidente turco in merito al fatto che abbia avuto qualche contatto con la sua controparte siriana, sebbene non abbia escluso un futuro incontro.
Questo potrebbe significare un cambiamento nella politica turca in Siria, che dall’inizio della guerra è stato riluttante a qualsiasi contatto con Damasco, oltre a definire Assad come un “assassino” che non ha posto nel futuro del Paese. Ora il leader turco non esclude la possibilità di cooperare con Damasco contro i guerriglieri curdi, le Unità di protezione popolare (YPG), pur operando una distinzione tra le politiche della Turchia e della Siria nei confronti dei curdi. Erdogan ha precisato infatti che mentre Ankara è solo contro la guerriglia curda, Damasco sta portando avanti una dura politica contro i suoi cittadini curdi, che non hanno nemmeno carte d’identità.
Le milizie di YPG sono considerate dalle autorità turche una semplice sussidiaria del gruppo armato attivo sul suolo turco, il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), e hanno diffidato delle loro conquiste territoriali nel nord della Siria. Ankara teme che la situazione della minoranza curda in Siria inciderà sulla situazione nel suo territorio, dove vivono fino a 15 milioni di cittadini turchi di quel gruppo etnico. “Quello che succede domani si basa sulle circostanze del momento, non è’ appropriato avere una predisposizione e dire ‘no way'”, ha aggiunto rispetto alla sua apertura al dialogo. Il presidente turco ha fatto notare dopo l’incontro a Sochi che l’obiettivo principale è una soluzione politica accettata da tutte le parti, nonché una nuova Costituzione ed elezioni in cui tutti i siriani possano votare nel Paese o all’estero. Tuttavia, la Turchia ha ribadito che non accetterà mai che Unità di protezione popolare siano al tavolo dei negoziati sul futuro della Siria (YPG), considerandoli un’organizzazione terroristica legata al PKK.