Gli incontri chiave che si sono tenuti a Parigi tra Sarraj e Haftar tra il 23 e 25 luglio, sono stati tenuti presso Celle Saint – Cloud, lontano dall’Eliseo, lontano dai riflettori. Il Governo francese ha lavorato d’astuzia e ha condotto, in maniera magistrale, la fase diplomatica. Per facilitare i colloqui il Ministro degli Esteri francese, Jean – Yves Le Drian’s ha dato precise indicazioni per far alloggiare le due delegazioni nello stesso hotel, il Sofitel.
In questo hotel molto riservato, le due delegazioni hanno potuto negoziare per più di 10 ore sulla dichiarazione congiunta che finalmente poi è stata resa pubblica la sera del 25 luglio.
Il primo ministro Sarraj, accompagnato dal suo ministro degli esteri, Mohamed Taher Siala e dal suo consigliere personale Tahar El Sonni, si è affidato per tutto il tempo al suo vice ministro degli esteri Lofti El Maghrebi. Ma chi è El Magrebi? Un esperto diplomatico che ha prestato servizio all’Ambasciata libica a Parigi e in molti altri paesi dell’Africa occidentale. E’ colui che ha esperienza da vendere sul modo di pensare e parlare francese ed è l’uomo giusto, voluto dai francesi, affianco a chi dovrà condurre il Paese libico.
El Magrebi, da indiscrezioni, è stato già indicato come prossimo successore dell’attuale ambasciatore libico in Francia, Alshiabani Mansour Abuhamoud, che a sua volta sta per essere richiamato a Tripoli per condurre una missione delicata collegata agli sforzi di stabilizzare il sud della Libia.
Anche Haftar, però, aveva il suo “sherpa” , l’uomo d’affari Dira. Dira fu il primo a decollare dalla Tunisia per Parigi, appena il “summit” venne confermato . Dira è stato l’emissario tra la Francia e la Libia per più di un decennio. Un ex pilota di Mirage dell’aeronautica di Gheddafi, addetto militare a Parigi, poi si è cimentato in diversi affari nel mondo aeronautico, approdando infine all’azienda francese Dassaut.
Durante e dopo il 2011 egli fu il collegamento tra la sua tribù Zintan e il ministero della Difesa francese che si affidava completamente agli Zintan per gli sforzi diplomatici in Libia. Dira, tutti sanno che può aprire molte porte a Parigi.
Haftar, oltre a Dira, si è affidato ad un suo consigliere politico, Fadhel El Dib, che si intravedeva affianco della delegazione presente a Celle Saint- Cloud. E’ un capitano, figlio di uno dei suoi generali dell’Esercito.
La dichiarazione congiunta, pubblicata dopo gli incontri tra Sarraj e Haftar, non ha provocato alcun risentimento da parte dei politici e militari libici. Anche nel testo i francesi sono stati molto abili Il presidente francese Macron e i suoi consiglieri per la politica estera Aurelien Lechevallier e Ahlem Gharbi volevano includere nel testo una postilla per il cessate il fuoco, tranne per le operazioni antiterrorismo. E così hanno scritto. Attenti osservatori hanno letto nella postilla che le forze armate di Tripoli e gli eserciti occidentali saranno esclusi da conflitti diretti; così facendo Haftar potrà continuare la sua avanzata militare verso Dern con il pretesto di combattere gli Jihadisti . Anche le milizie di Misurata e quelle di Kalifa Ghwell che combattevano con le forze pro Sarraj a Tripoli non sono state appositamente citate nell’accordo.
La dichiarazione prevede, anche, una amnestia nazionale, un “escamotage” richiesto espressamente da molti comandanti delle brigate per evitare le responsabilità delle azioni commesse durante e dopo le sommosse, in seguito al deposizione del regime di Gheddafi.
Per il resto, Sarraj e Haftar hanno concordato di rendere operativo l’accordo di Skhirat, firmato alla fine del 2015 ma mai portato a compimento. La dichiarazione menziona anche le prossime elezioni ma non ne prevede il periodo. I due leader non hanno mai detto a Macron di aver raggiunto un accordo sulla data nella primavera del 2018, data che sarebbe gradita, però, a Sarraj.
Foto La Stampa