(di Massimiliano D’Elia) La Russia oggi ha dato a due diplomatici italiani una settimana di tempo per lasciare il paese. Lo ha riferito il ministero degli Esteri italiano in una nota, in una crescente “escalation” di azioni di espulsioni dopo la vicenda dell’attacco nervino contro l’ex spia russa che viveva in Inghilterra, Serghei Skripal.
Lunedì scorso, l’Italia aveva espulso due diplomatici russi, in linea con la volontà della NATO e dell’Unione Europea di “assecondare/supportare” la Gran Bretagna. La Gran Bretagna per convincere gli alleati ad espellere le “spie russe”, travestite da diplomatici, aveva fornito “dossier” completi di analisi di intelligence ai partner occidentali. Procedura considerata dagli esperti anomala, perché di solito si scambiano “stralci” di dossier e non documenti completi, proprio per non compromettere il “modus operandi” delle Agenzie di Sicurezza. L’Inghilterra, invece, per convincere i paesi amici, ha ritenuto opportuno fornire i dettagli delle indagini sul caso Skripal, dove sarebbe emerso “chiaramente”, la responsabilità del Cremlino nell’attentato del 4 marzo scorso. La Russia ha sempre negato la paternità dell’attentato, chiedendo di poter partecipare attivamente alle indagini, così come prevedono le norme internazionali in materia, quando vi è il coinvolgimento di propri connazionali, ovvero la figlia di Skripal.
Il ministro degli Esteri russo ha convocato ieri un gran numero di diplomatici occidentali per esporre le misure di rappresaglia che stava prendendo con l’Occidente dopo che numerosi paesi avevano espulso diplomatici russi.
L’Italia, non poteva fare diversamente, e si è subito allineata alle decisioni dei governi occidentali che stanno espellendo diplomatici russi dai propri paesi, quelli considerati “spie” sotto copertura con lo status di diplomatici.
La Russia sta attuando, quale rappresaglia, le espulsioni “speculari”, applicando la teoria del “tanto quanto”. Uno delle problematiche che hanno evidenziato diversi analisti è che espellere “diplomatici” dalla Russia, provenienti da paesi occidentali è un danno inimmaginabile perchè sarà poi difficile rimpiazzarli in una società “chiusa” come quella russa. Di contro, nonostante le espulsioni, la Russia possiede una fitta rete di diplomatici in tutto il mondo che conta migliaia di funzionari. Una rete pressoché impossibile da scardinare. Paesi come l’Italia, invece, non possono permettersi di perdere riferimenti in paesi “chiusi” come la Russia, oppure la Cina. Quindi il danno maggiore, con l’espulsione dei due diplomatici italiani, è soprattutto per il nostro Paese piuttosto che per la Russia.