Una serie di sondaggi pubblicati e commentati ieri dal quotidiano “The Financial Times” mettono in luce alcuni aspetti riguardanti “il divorzio della Gran bretagna” dall’Europa: la maggioranza degli elettori britannici continua a pensare che la Brexit sia stata la giusta decisione da prendere. La percentuale favorevole, infatti, è rimasta stabile nel tempo. Cresce, però, il numero di coloro timorosi che il divorzio dall’Ue finisca per penalizzare la Gran Bretagna. Dallo scorso febbraio è precipitato bruscamente il numero di quanti sono convinti che la Gran Bretagna riuscirà a strappare all’Ue un buon accordo per il dopo-divorzio; e la percentuale di pessimisti si è particolarmente accentuata tra coloro che, al referendum del giugno 2016, avevano votato a favore della Brexit.
Un terzo sondaggio, realizzato dalla società Survation, mostra che i timori di un cattivo accordo con l’Europa stanno convincendo un numero crescente di pro-Brexit ad ammorbidire la loro opposizione ad un eventuale secondo referendum: metà di loro sarebbe, percentuale più alta finora registrata, d’accordo con una possibile seconda consultazione popolare che metta al voto l’accettazione o meno dell’accordo finale Gran Bretagna-Europa, sulla Brexit. L’opposizione ad un eventuale secondo referendum è precipitata al 34 %.
Da questi dati riportati dal Financial Times, si evince che le fluttuazioni rilevate nell’opinione pubblica sembrano essere influenzate più dalle difficoltà dei negoziati tra il Regno Unito e l’Unione Europea che da un vero e proprio cambiamento sulle convinzioni fondamentali in base alle quali gli elettori hanno votato nel referendum del 2016.
Secondo il quotidiano conservatore “The Telegraph”, l’Unione Europea teme che il governo della premier britannica Theresa May possa cadere entro la prossima settimana se i negoziati sulla Brexit rimarranno bloccati. La fiducia del pubblico nella sua capacità di condurre un buon negoziato sulla Brexit sarebbe al minimo storico, infatti, solo il 20% ritiene che il governo stia facendo un buon lavoro.
Il 61% è convinto che le cose stiano andando male.
Il timore del presidente della Commissione europea Juncker, infatti, è che la May possa essere rovesciata da una rivolta dei suoi stessi parlamentari del Partito conservatore qualora non riuscisse ad ottenere l’avvio delle trattative sul trattato commerciale dopo il divorzio dall’Europa.