Francia, il giorno dopo il quarto atto della protesta dei gilet gialli

Dopo le tensioni di ieri e gli allarmi epocali dei giorni precedenti il quarto atto della protesta dei gilet gialli è giunto il momento del dialogo, queste la dichiarazione del ministro francese Edouard Philippe dopo un altro sabato di tensioni che ha visto la Francia teatro di duri scontri e contato più di mille fermi.
Secondo le stime del ministero dell’interno, il piano di sicurezza messo in moto per fronteggiare i manifestanti ha portato a 1.385 fermi e ha visto la partecipazione di oltre 125.000 manifestanti in tutta il Paese di cui 8.000 nella sola Parigi con momenti caratterizzati da una violenza inaccettabile tenuta sotto controllo grazie all’abnegazione delle forze dell’ordine. Christophe Castaner, ministro dell’Interno francese ha commentato: “Siamo stati in grado di spezzare lo slancio dei vandali” sottolineando che sono state trovate, ancor prima che iniziassero le manifestazioni, armi bianche e maschere anti gas. Segno evidente, secondo il ministro, che “centinaia di gilet gialli erano arrivati a Parigi per provocare danni”.
La Polizia francese però è sotto accusa per le violenze commesse ieri nel corso delle manifestazioni dei gilet gialli a Parigi e in tante altre città della Francia. A denunciare gli episodi sono numerosi giornali francesi, tra cui il Var Matin che ha raccolto le testimonianze di tanti inviati di tv e radio a Parigi che hanno seguito da vicino le manifestazioni violente che si sono svolte ieri nella capitale transalpina. Tra manifestanti arrestati e feriti, nel bilancio si contano anche tanti giornalisti colpiti dalle cariche dei poliziotti che per far fronte alle proteste hanno utilizzato contro i manifestanti gas lacrimogeni e pistole flash-ball, armi che sparano palle di gomma che provocano escoriazioni e lividi.
Il presidente americano Donald Trump ha in qualche modo messo il cappello sui gilet gialli, collegando la protesta contro il caro-carburante all’accordo di Parigi sul clima, da cui gli Usa si sono sfilati. “L’accordo di Parigi – ha twittato Trump – non sta funzionando così bene per Parigi. Proteste e rivolte in tutta la Francia. Le persone non vogliono pagare tanti soldi, molti ai Paesi del terzo mondo, forse per proteggere l’ambiente.
Commenti arrivano anche dalla Turchia dove il presidente Recep Tayyip Erdogan, ricordando le critiche ricevute dall’Europa durante le grandi proteste in Turchia di cinque anni fa, ha messo richiamato l’attenzione sui diritti umani violati: “Guarda cosa sta facendo ora la polizia di quelli che hanno preso in giro la nostra polizia, quelli che hanno detto che la nostra polizia era repressiva, … coloro che hanno usato il populismo politico contro i rifugiati e l’islamofobia sono caduti nel buco che loro stessi hanno scavato”.

Francia, il giorno dopo il quarto atto della protesta dei gilet gialli

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