Tria vorrebbe fare un passo indietro. Conte e Di Maio lo rassicurano, forse!

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze italiano ha telefonato al premier Giuseppe Conte,”se il problema sono io, ditelo, e assumiamocene tutti le conseguenze”.

I cinquestelle chiedono 10 miliardi per il reddito di cittadinanza e non 5. Lo sfogo del ministro Tria dopo l’ultimo attacco del M5S, partito dal gruppo parlamentare M5S e dopo aver letto un’agenzia Ansa che secondo fonti di livello aveva scritto, “in manovra aspettiamo 10 miliardi per il reddito di cittadinanza o chiederemo le dimissioni del ministro Tria”.

A quel punto il ministro dell’Economia ha sentito al telefono il premier Conte e il vicepremier Di Maio per sapere cosa stia succedendo. Conte lo rassicura, lo stesso fa Di Maio citando, però, la preoccupazione dei parlamentari pentastellati, “sono preoccupati bisogna capirli, abbiamo preso i voti sul reddito di cittadinanza. Devono tenere conto della base e degli elettori che non aspettano altro. Come facciamo a spiegare che non lo abbiamo potuto fare?”.Di Maio quindi conferma ”il reddito lo facciamo. Andiamo avanti determinati assicurandoci di tenere i conti in ordine e senza chiedere le dimissioni di nessuno”.

Fissato il deficit all’1,6 per cento, come ha sancito il ministro Tria per garantirsi un accordo all’Ue, i soldi a disposizione non potranno essere molto di più di 10 miliardi, sempre che non si riescano a trovare altri, attuando una seria spending review.

Se i miliardi sono dieci, i leghisti, come ha detto il sottosegretario Massimo Bitonci, ne vogliono la metà. Matteo Salvini ha riposto, allora la flat tax andrà nel cassetto. Il leader della Lega è, quindi, interessato a portare avanti la  quota 100 sulle pensioni,  in vista delle prossime  Europee. Di Maio, comunque, ha affidato alla viceministra all’Economia Laura Castelli di recuperare dai precedenti commissari della spending review un piano di tagli fattibile in breve tempo, per una prima ondata di reddito di cittadinanza a partire dal 1° maggio 2019, a ridosso delle elezioni Europee, appunto.

 

Tria vorrebbe fare un passo indietro. Conte e Di Maio lo rassicurano, forse!

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