F-35 e altri programmi difesa presi di mira dal governo, servono i soldi per i centri per l’impiego

500 milioni del bilancio della Difesa verranno dirottati sui centri per l’impiego. Denaro da reperire alla svelta perchè il vice premier Luigi DI Maio vuole mantenere una delle promesse elettorali, ovvero tagliare i fondi al dicastero difesa (F-35 in particolare).

Presso gli stati maggiori stanno lavorando sodo per dare un segnale tangibile dei tagli annunciati.

L’occasione a più alto impatto è la riduzione delle truppe dai teatri operativi, in seguito alla parziale sconfitta dello Stato Islamico. Ecco quindi che si mette mano al contingente italiano presente in Iraq composto di 1400 unità, prevedendone una cospicua riduzione.

Dall’Afghanistan, invece, è previsto il ritiro di almeno 200 dei 900 militari schierati a Herat e Kabul che potrebbe avviarsi già in dicembre quando la brigata aeromobile “Friuli” avvicenderà la “Pinerolo”.

Fin qui i tagli sono in linea con la strategia italiana di una lenta e graduale uscita della presenza militare all’estero in aree non più critiche.

La nota più dolente si registra nel rimidensionamento delle spese previste per l’acquisizione di armamenti. Il premier Giuseppe Conte e il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, scrive Il Messaggero, hanno più volte parlato di revisione del programma F-35, vorrebbero tagliare ulteriormente i già esigui 90 esemplari previsti. Occorre ricordare che in Italia 253 velivoli tra Tornado, AMX e AV-8B Harrier verranno sostituiti con soli 90 F-35 Lightning II (Aeronautica Militare: 60 F-35A CTOL e 15 F-35B STOVL;  Marina Militare: 15 F-35B STOVL) in svariati ruoli quali l’attacco e l’interdizione, la ricognizione e intelligence e la difesa aerea della flotta.

Il taglio degli F-35, però, è molto caro al M5S tant’è che potrebbero rivendicarlo con più forza, oggi, dopo la decisione del Pentagono di affidare a Boeing la realizzazione della flotta di nuovi aerei da addestramento. Leonardo partecipava alla gara con il T-346, il miglior aereo in gara e preferito addirittura dai top gun americani.

Però Leonardo dovrebbe essere già soddisfatta per essersi aggiudicata una gara da 2,4 miliardi di dollari per 84 elicotteri AW-139 destinati all’USAF, così come lo è Fincantieri poichè potrebbe vendere alla US Navy 20 fregate Fremm.

Tuttavia in virtù della necessità del governo Conte di mantenere salda l’intesa con gli Usa, è possibile che il programma F-35 venga solo diluito nel tempo per ridurne l’impatto sui prossimi esercizi finanziari.

Scrive sempre Il Messaggero che il  rischio è quindi che, tra il rispetto di un “asse di ferro” con gli Usa e la necessità di M5S di “fare cassa” tagliando le spese militari, a farne le spese potrebbero essere gli equipaggiamenti made in Italy e frutto di programmi europei quali i nuovi missili da difesa aerea Camm ER di MBDA e gli elicotteri NH-90 di Leonardo, già indicati come vittime di tagli per oltre 500 milioni. Una scelta paradossale che metterebbe a rischio molti posti di lavoro nelle aziende italiane, comprometterebbe le capacità di difesa e minerebbe la fiducia dei partner industriali europei coinvolti nei programmi indicati, che potrebbero non essere i soli a venire sospesi. Non mancano infatti voci di tagli alla Difesa più consistenti, fino a 1,3 miliardi di euro, da reperire con la riduzione delle spese per le missioni all’estero e forse sacrificando altri programmi.

Strada tutta in salita per il dicastero difesa il cui compito è quello di garantire la sicurezza dello Stato in tutti gli scenari possibili.

 

 

F-35 e altri programmi difesa presi di mira dal governo, servono i soldi per i centri per l’impiego

| ECONOMIA, EVIDENZA 1 |