Il Giappone sta ancora cercando in fondo all’Oceano Pacifico il relitto del suo F-35A Lightning II Joint Strike Fighter, due giorni dopo che l’aereo si è schiantato nelle acque al largo del Giappone settentrionale.
Il ministro della Difesa Takeshi Iwaya, che si è rivolto ai media venerdì mattina a Tokyo, ha detto che la marina giapponese ha schierato un sottomarino per setacciare le profondità, nella zona in cui si è schiantato l’F-35A. L’area è stimata a circa 5.000 piedi (1.500 metri) di profondità.
Il pilota dell’F-35 precipitato è il maggiore di 41 anni, Akinori Hosomi, ed è ancora disperso. Ha preso parte ad una missione di addestramento con altri tre F-35 martedì sera. E’ scomparso dai radar a circa 85 miglia (135 chilometri) ad est della base aerea di Misawa nel parte settentrionale della principale isola del Giappone di Honshu.
Il maggiore Hosomi aveva 3200 ore di volo e più di 60 sull’F-35A.
La scomparsa dell’aereo ha innescato una grande operazione di ricerca da parte di navi e aerei appartenenti alle forze armate giapponesi. Secondo la flotta della US Navy con sede in Giappone, anche il cacciatorpediniere Stethem e diversi velivoli Poseidon P-8A hanno partecipato alla ricerca. Alcuni resti dell’F-35 sono stati avvistati sulla superficie dell’acqua, il che dimostra l’esito della tragica scomparsa.
Il ministro Iwaya ha confermato che non vi è alcuna intenzione di rivedere l’acquisto di altri F-35. Si rimane in attesa dei risultati di un’indagine sull’incidente, che è il secondo in assoluto che coinvolge un F-35. Un F-35B appartenente al Corpo dei Marine degli Stati Uniti si è schiantato in South Carolina nel settembre 2018, la cui causa è ancora oggetto di indagine.
Il Giappone prevede di acquisire un totale di 147 F-35, suddivisi in 105 varianti F-35A convenzionali di decollo e atterraggio e 42 F-35B, a decollo corto e atterraggio verticale.
Al ministro è stata chiesta la possibilità che la Cina o la Russia tentino di trovare l’F-35 precipitato dal fondo marino, per trafugare i segreti della tecnologia a bordo del jet stealth. Il ministro ha risposto che nessuna attività insolita è stata osservata sul luogo dell’incidente, sebbene le forze giapponesi continuino a monitorare la situazione.
L’aspetto molto interessante è che il velivolo ancora non si trovi, nonostante la stazza. Si spera che gli abissi lo abbiano nascosto bene, perché Russia e Cina, sicuramente non rimangono alla finestra a guardare e mettere le mani su uno strumento del genere vanificherebbe gli sforzi volti alla segretezza della strumentazione e della tecnologia stealth del velivolo.