Lo Stato Maggiore della Difesa ha ritenuto opportuno correggere il tiro di un articolo riportato da La Stampa a firma Francesco Grignetti, dal titolo “Stati maggiori contro la Difesa”, secondo cui ci sarebbe un contrasto tra le Forze Armate e il governo sulla revisione del programma F-35.
Lo Stato maggiore della Difesa sottolinea che quanto riportato è destituito di ogni fondamento. Come riferisce la nota stampa, non c’è infatti alcuna divergenza e, inoltre, in merito a questo così come agli altri programmi ogni azione non potrà che essere intrapresa a valle dell’iter parlamentare e della decisione del governo. Lo Stato maggiore della Difesa, ribadendo il suo pieno apprezzamento verso la guida intrapresa dal ministro Elisabetta Trenta, ricorda che le forze armate sono uno strumento tecnico al servizio del paese, dalla programmazione all’esecuzione dei programmi d’investimento, dalla pianificazione alla condotta di operazioni militari, il tutto sempre in seguito alle decisioni politiche. Ogni dichiarazione che possa apparire in controtendenza è strumentalizzata, non assolutamente in linea con la posizione dello Stato Maggiore e, pertanto, non riflette gli intenti e l’istituzionalità dell’intero comparto Difesa che si muove in piena armonia con le volontà politiche.
L’analisi costi-benefici che il ministro Trenta aveva commissionato sull’F35 è terminata. Ora la palla passa a Giuseppe Conte che ha deciso di affrontare il problema direttamente con il presidente Trump. Non si conoscono i risultati dell’ennesima analisi costi-benefici e soprattutto chi l’ha confezionata. Fare l’analisi costi-benefici su un programma militare “duale”, pensato per garantire la difesa e la sicurezza nazionale è l’ennesima riprova che per fare politica e soprattutto “governare” un Paese serve preparazione e studio.Un principio evocato proprio dal Presidente della Repubblica al Quirinale durante un incontro con gli studenti delle scuole secondarie. Si rammenta che il Presidente della Repubblica è anche Capo delle Forze armate
Di riduzione del programma l’Aeronautica militare non ne vuole sentir parlare. Il generale Alberto Rosso ieri ha spiegato alle commissioni difesa di Camera e Senato di nutrire «forte preoccupazione» per il futuro del programma e della sua stessa organizzazione. «L’F35 è l’unica soluzione perseguibile. L’alternativa sarebbe certamente costituita da mezzi più vecchi, superati e più costosi».
Sulla stessa lunghezza d’onda si era espresso, qualche giorno fa, anche il Consiglio Supremo di Difesa– massimo organo dell’amministrazione centrale dello Stato, che ha il compito di fissare i criteri generali per l’organizzazione ed il coordinamento delle forze destinate alla difesa militare dello Stato: “Le criticità e le incertezze dello scenario internazionale si leggeva nel comunicato finale – impongono di disporre di uno strumento militare moderno, efficace e pienamente integrato nella dimensione europea e transatlantica”.
Le reazioni delle opposizioni
Così la senatrice Tatjana Rojc, in quota PD: “Imbarazzante ambiguità tenuta dal governo sui milioni di arretrati. È un altro colpo alla credibilità della politica estera nazionale”. Salvatore Deidda, Wanda Ferro e Isabella Rauti,di Fratelli d’Italia: ”L’incertezza del governo sul programma F35, la possibile perdita di importanti posti di lavoro, i continui tagli al budget della Difesa, sono temi che impongono al governo italiano una seria riflessione”.