Contrariamente a quanto letto sul alcuni prestigiosi quotidiani italiani, è previsto per la prossima settimana il primo test di volo con decollo corto e atterraggio verticale (modalita’ Stovl) per il primo F35 di questo tipo assemblato nello stabilimento di Cameri, in Piemonte, che sarà consegnato nei prossimi mesi alla Difesa. Lo precisa una nota del Segretariato generale della Difesa e Direzione nazionale degli armamenti dopo la pubblicazione di un articolo dal titolo “Vola il nuovo F35 e nessuno ne parla“.
“Tecnici e piloti collaudatori di Lockheed Martin hanno già iniziato alcune prove di volo in modalità tradizionale – prosegue la nota – ma sarà solo il primo volo in modalità Stovl che consentirà realmente di verificare le peculiari capacità del velivolo di decollare in spazi molto limitati e di atterrare verticalmente”. “E com’è sempre accaduto in occasioni di effettivo rilievo – aggiunge la Direzione armamenti – ne sarà data notizia. Cosi’ com’è stato per la prima trasvolata oceanica di un JSF, a suo tempo immediatamente diffusa dal Ministero della Difesa e ripresa da agenzie e giornali specializzati. Sarebbe stato perciò opportuno verificarne la veridicità prima di scriverne. Le informazioni sul primo volo Stovl, quando avverrà – conclude la nota – saranno fornite puntualmente e attraverso i corretti canali istituzionali”.
Oltre all’Italia, chi è impegnato nel programma ‘Joint Strike Fighter F-35 Lightning II’? Di che tipo di aerei si tratta? Chi li guiderà? E come vengono assemblati? Una serie di domande a cui, nel sito ufficiale del progetto, risponde la sezione ‘F-35 Fast Facts’, definendo il velivolo come “l’aereo da combattimento multiruolo più avanzato al mondo”, con “capacità impareggiabili” e che permetterà di “assicurare posti di lavoro ad alto contenuto tecnologico per centinaia di migliaia di persone” e “aumentando il livello di sicurezza internazionale”.
CHI – Quattordici gli Stati impegnati nel progetto: Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Italia, Olanda, Norvegia, Turchia, Gran Bretagna e Stati Uniti a cui si aggiungono Repubblica di Corea, Giappone e Israele. “Attualmente – si legge sul sito ufficiale ‘f35.com’ – sono più di 400 i piloti abilitati” e oltre 4mila i tecnici formati per occuparsi della manutenzione degli F-35.
COSA – Esistono tre varianti di questo jet supersonico: F-35A a decollo e atterraggio convenzionali (Conventional Takeoff and Landing – CTOL), la variante F-35B a decollo breve e atterraggio verticale (Short Takeoff and Vertical Landing – STOVL) e la variante imbarcata F-35C (Carrier Variant – CV).
QUANDO – Prossime scadenze, l’adozione del jet nel 2018 da parte della Marina militare americana e di quella britannica. A inizio giugno, intanto, è stato svelato anche il primo F-35 assemblato a Nagoya, in Giappone. E il 19 dello stesso mese, un F-35A americano ha partecipato al ‘Paris Air Show’ con una dimostrazione di volo.
DOVE – Per il 2022 è previsto che saranno presenti basi per gli F-35 in quasi tutti i Paesi coinvolti. “In base al programma ufficiale di produzione del Governo statunitense, l’Italia intende acquistare un totale di 90 F-35” si legge sul sito ufficiale del velivolo, in un documento di febbraio 2017. “Secondo la pianificazione in corso, si prevede che l’Aeronautica militare riceva 60 F-35A CTOL e 15 F-35B STOVL e che la Marina militare acquisisca 15 F-35B STOVL. Questa nuova flotta di 90 F-35 sostituirà 253 tra Tornado, cacciabombardieri AMX e AV8B Harrier, garantendo una maggiore capacità operativa, ottimizzando logistica e manutenzione e prevedendo inoltre un addestramento comune e costi operativi e di assistenza inferiori. Gli F-35 italiani sono attualmente in produzione nello stabilimento FACO – ‘Final Assembly and Check Out’ di Cameri. Il primo F-35 italiano è stato consegnato. all’Aeronautica militare il 3 dicembre 2015”.
COME – Per gli F-35 sono oltre 300000 i pezzi – tra parti e componenti – che arrivano da 1.500 fornitori in tutto il mondo.