Il Federal Bureau of Investigation degli Stati Uniti afferma che sta esaminando possibili minacce di controspionaggio in connessione con la popolare applicazione online #FaceApp, che ha sede in Russia. L’applicazione è apparsa per la prima volta nel gennaio del 2017 ed è diventata rapidamente popolare tra gli utenti di smartphone in tutto il mondo. Consente agli utenti di caricare una fotografia del proprio viso e quindi modificarla con l’aiuto di un software di intelligenza artificiale. Il software può modificare la fotografia dell’utente per renderla più giovane o più vecchia o farla sembrare di sesso opposto. Il risultato è incredibilmente realistico.
La società con sede a St. Petersburgh, la Wireless Lab, afferma che le foto degli utenti vengono caricate su server cloud situati in Nuova Zelanda, Australia e Singapore. Vengono quindi eliminati entro due giorni dal momento in cui vengono caricati dagli utenti, senza mai essere trasferiti su server situati nel territorio russo. Ma l’FBI non sembra credere a queste assicurazioni. In una lettera inviata alla fine del mese scorso al leader delle forze di minoranza del Senato degli Stati Uniti, Charles Schumer (D-NY), l’Ufficio di presidenza ha comunicato che stava esaminando l’applicazione FaceApp come possibile mezzo di controspionaggio.
Nella lettera, pubblicata lunedì, Jill Tyson, vicedirettore dell’Ufficio degli affari congressuali dell’FBI, afferma che Wireless Lab, con sede in Russia, ha creato una serie di problemi di controspionaggio. Questi si riferiscono ai tipi di dati raccolti da Wireless Lab sui propri clienti e alle politiche sulla privacy che si applicano alle società Internet russe. Secondo Tyson, il servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha il diritto di “accedere in remoto a tutte le comunicazioni e i server sulle reti russe senza effettuare una richiesta ufficiale e pubblica” ai fornitori di rete. Ha aggiunto che, se l’FBI scoprisse che FaceApp era coinvolto in attività volte a interferire con le imminenti elezioni negli Stati Uniti, l’Ufficio di presidenza avrebbe indagato ulteriormente sulla questione e avrebbe eventualmente coinvolto la Task Force di influenza estera, un organo guidato dall’FBI che è stato istituito dopo le elezioni presidenziali statunitensi del 2016.
La lettera dell’FBI è stata scritta in risposta a una precedente lettera inviata all’Ufficio di presidenza dal senatore Schumer a luglio, che esprimeva preoccupazione per le potenziali minacce poste da FaceApp alla privacy degli utenti di Internet americani e alla sicurezza delle nazioni nel loro insieme.