Il social più famoso e diffuso al mondo ha attivato l’opzione per il riconoscimento facciale anche in Europa, dopo averla ritirata nel 2012, e contemporaneamente sono partiti gli avvisi agli utenti con la possibilita’ di scegliere se attivare questa possibilita’ o meno. “Se attivi questa impostazione, useremo la tecnologia di riconoscimento facciale per capire quando potresti essere presente nelle foto, nei video e nella fotocamera per proteggerti dagli sconosciuti che usano le tue foto, trovare le immagini in cui sei presente ma non ti hanno taggato, comunicare alle persone con disabilita’ visive chi e’ presente nella foto o nel video e suggerire alle persone chi potrebbero voler taggare”, scrive Facebook nel messaggio che sta iniziando ad arrivare in questi giorni agli utenti italiani ed europei, per poi essere esteso al resto del mondo. Nei giorni scorsi il gruppo guidato da Mark Zuckerberg, in vista del nuovo regolamento europeo sulla privacy, ha annunciato novita’ su questo fronte, fra cui anche la limitazione del numero delle azioni che gli under15 possono compiere sulla piattaforma senza l’ok dei genitori. Fra queste anche il ritorno del riconoscimento facciale, a cui aveva rinunciato nel 2012 dopo le preoccupazioni espresse da diversi gruppi di consumatori in materia di privacy. E sul quale pende negli Usa una class action di un gruppo di consumatori recentemente autorizzata da un giudice federale.
Gli utenti ricevono una semplice notifica di avviso che la feature ara già attiva sul loro account. Certamente, la nota sottolinea che è possibile disattivarla in qualsiasi momento. Ma qui viene il bello! Nel momento in cui gli utenti provano a farlo, accedendo alle loro impostazioni, diversi messaggi cercano di dissuaderlo. Le motivazioni sono del tipo: il riconoscimento facciale è fondamentale nel caso in cui qualcuno utilizzi le tue fotografie per scopi malevoli, solo così è possibile riconoscere il problema e proteggere la tua privacy.
In sostanza dovremmo cedere dati biometrici – particolarmente sensibili – in cambio di protezione dei nostri stessi dati. Qualcosa ovviamente non torna. Per questo motivo, diversi utenti hanno iniziato le loro proteste sul Web. Come la giornalista Jennifer Baker, che su Twitter accusa Facebook di prendere in giro gli utenti – con lo spauracchio della protezione – cercando di acquisire nuovi dati da poter rivendere.