Nonostante i ricavi trimestrali sopra i 10 miliardi di dollari, Facebook ha perso quota ieri dopo il mercato, invertendo rotta rispetto ad un rally iniziale alimentato da utili saliti del 79% e un fatturato aumentato del 47% annuo.
Gli investitori hanno punito il titolo del social network che, prima attraverso il suo Ceo Mark Zuckerberg e poi il suo direttore finanziario David Wehner, ha lanciato un allarme su un’esplosione dei costi necessari per contrastare le fake news e i tentativi propagandistici come quelli che hanno visto arrivare sulla piattaforma inserzioni legate alla Russia.
“Sono turbato dal fatto che i russi abbiano cercato di usare i nostri strumenti per seminare la sfiducia”, ha detto il Ceo aprendo la call con gli analisti: “Quello che hanno fatto è sbagliato e noi non lo accettiamo. I costi dedicati alla sicurezza della piattaforma si aggiungeranno agli investimenti necessari per spingere sui contenuti video e sull’intelligenza artificiale. Tutto ciò andrà a pesare inevitabilmente sulla redditività del gruppo. Nel giorno in cui Facebook, Twitter e Google si sono presentati al Congresso per testimoniare nell’ambito del Russiagate – l’inchiesta sull’interferenza di Mosca nelle elezioni presidenziali del novembre 2016 – Zuckerberg ha detto in una nota a commento dei conti che “la nostra comunità continua a crescere e le nostre attività continuano ad andare bene”. Il fondatore di Facebook ha proseguito: “Nulla di tutto ciò conta se i nostri servizi sono usati in modo che non portino le persone ad avvicinarsi le une alle altre. Siamo seri nel volere prevenire abusi sulle nostre piattaforme. Stiamo investendo cosi’ tanto in sicurezza che ciò avrà un impatto sulla nostra redditività”. Per lui, “proteggere la nostra comunità e’ più importante che massimizzare i nostri profitti.