Nella seconda giornata di audizione alla Commissione Energia e Commercio della Camera dei Rappresentanti americana, il Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, ha dovuto affrontare il tema della privacy.
Il social network non ne esce benissimo. Uno dei passaggi più significativi dell’audizione di ieri risulta essere la risposta fornita dal fondatore e Ceo di Facebook, al deputato Ben Lujan, rappresentante del New Mexico.
Zuckerberg afferma: “In generale, raccogliamo informazioni su persone non iscritte a Facebook per motivi di sicurezza” ed il deputato perde quasi le staffe rispondendo seccato: “Mi sorprende che non se ne sia parlato molto oggi. Lei dice che ognuno controlla i propri dati. Ma voi raccogliete dati su persone che non sono iscritte e che non hanno firmato nessun accordo sulla privacy. Dobbiamo sistemare tutto questo”.
Ma come fa effettivamente Facebook ad impossessarsi di tali preziosi e delicatissimi dati personali?
Il meccanismo sembra essere semplice ma inesorabile: partendo dalla rubrica di un utente, Facebook registra il nome e il numero di una persona, anche se non iscritta al social network. Ma questa persona, nella rubrica di un altro, può avere associato a quello stesso numero altri dati, o una foto. E quei dati, come la mail o il nome, possono essere stati usati magari per mettere un like su una pagina web, fornendo altri dettagli: così alla fine Facebook raccoglie tutte le informazioni disponibili che fanno capo agli stessi identificatori e costruisce un profilo di quella persona anche se non è ufficialmente iscritto al social network. Questo, almeno apparentemente, per ottimizzare e recapitare “intelligentemente” i messaggi pubblicitari ai vari utenti durante la loro navigazione sul web.
Quando il deputato democratico dello stato di New York, Paul Tonko ponendo l’accento su “un modello di business in cui gli utenti sono il prodotto” incalza Zuckerberg affermando: “Ho il timore che lei stia agendo solo perché preoccupato per il suo brand”, il Ceo di Facebook risponde: “Se abbiamo informazioni relative a visite” ad altri siti “lei ha modo di accedere a tali informazioni e cancellarle”.
La privacy, come era scontato che fosse, e stata l’argomento centrale della audizione di ieri. Molte delle domande poste dai membri della Commissione sono state sul tema riguardante le nuove norme europee.
A Zuckerberg è stato chiesto se il suo social network sia pronto per l’entrata in vigore di nuove regole europee pensate per potenziare la protezione dei consumatori e la risposta del CEO è stata secca: “Ci stiamo lavorando”.
Le nuove normative a cui si è accennato, che entreranno in vigore il prossimo 25 maggio in tutti gli stati membri dell’Unione Europea, sono riportate nella General Data Protection Regulation, vale a dire, il provvedimento che aumenta le responsabilità su come le informazioni degli europei vengono usate, conservate e condivise da gruppi privati e dalla pubblica amministrazione.
Dal punto di vista normativo, riferendosi all’Europa, Mark Zuckerberg aveva dichiarato: “Credo che facciano le cose bene” evidenziando intrinsecamente la possibilità di adottare anche in Usa regolamenti simili a quelli di prossima attuazione nel vecchio continente.
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