Le spese obbligate delle famiglie italiane continuano ad aumentare. Secondo una stima dell’Ufficio studi della CGIA riferita al 2022 (Stima costruita ipotizzando che, nel 2022: 1) quella per Cibo, Casa e Trasporti sia stata uguale in volumi all’anno prima (2021) e sia aumentata, come importo, secondo l’inflazione calcolata dall’Istat (media 11 mesi del 2022 su stesso periodo del 2021); 2) quella complementare (spesa totale meno per Cibo, Casa e Trasporti) si sia mantenuta la stessa come importo (mentre si sia ridotta in termini reali, quindi con un consumo inferiore in termini di quantità), gli acquisti per gli alimentari/bevande, per i trasporti e per la casa sono stati, sul totale della spesa mensile media di una famiglia italiana (Spesa media mensile delle famiglie al netto dei fitti figurativi che rappresentano solamente una componente non monetaria ovvero il costo che le famiglie che vivono in una abitazione di proprietà (oppure usufrutto/uso gratuito) dovrebbero sostenere per prendere in affitto una unità abitativa con le stesse caratteristiche. Dunque i fitti figurativi non sono stati considerati sia nell’aggregato (B) relativo all’abitazione di cui farebbero parte che nell’aggregato (E) della spesa totale), pari al 59,6 per cento. In termini monetari vuol dire che, a fronte di una spesa mensile media pari a 2.016 euro, 1.202 euro l’anno scorso sono stati “assorbiti” dagli acquisti obbligati: di cui 265 euro per benzina-gasolio e spese su mezzi pubblici; 425 euro per la manutenzione della casa e per le bollette di luce-gas-spese condominiali e, infine, 511 euro per il cibo e le bevande analcoliche. A causa del rincaro dei prezzi registrato l’anno scorso, rispetto al 2021 si ipotizza che l’incidenza di questa tipologia di spesa sia cresciuta di 3,8 punti percentuali.
Insomma, a causa dell’inflazione spendiamo di più, portiamo a casa meno beni e la gran parte della spesa – per cibo, carburanti e bollette – la facciamo per “vivere” e per recarci/tornare dal luogo di lavoro. Tra il 2021 e il 2022, infatti, le uscite per le spese obbligate della famiglia media italiana, sono incrementate di 171 euro (+16,6 per cento). Diversamente, quelle complementari (o consumi commercializzabili) – Spesa complementare: per Bevande alcoliche, Abbigliamento/calzature, Mobili/articoli-servizi per la casa, Servizi sanitari/salute; Attività ricreative ecc.; Istruzione; Servizi ricettivi/ristorazione; Altri beni e servizi (cura persona, effetti personali, servizi assicurativi/finanziari ecc. – languono. Nonostante nel 2022 l’aumento medio dell’inflazione si sia attestato attorno all’8 per cento, in termini assoluti l’incremento di questa tipologia di spesa si stima nullo.
In altre parole, si ipotizza che negli ultimi due anni per acquistare alcolici, abbigliamento/calzature, mobili, tempo libero, ristorazione, ricettivo, istruzione, sanità, cura della persona, etc., la famiglia media italiana abbia speso mensilmente 815 euro.
Non solo. Ma se la grande distribuzione organizzata e le vendite on line hanno registrato risultati positivi, le attività commerciali e artigianali di piccola dimensione dei settori appena richiamati hanno invece visto peggiorare la propria condizione economica.
I dati consolidati per ripartizione geografica riferiti al 2021, invece, ci segnalano come l’incidenza della spesa obbligata su quella totale sia più alta nel Sud e nelle Isole rispetto alle altre aree del Paese. Ovviamente, la minore capacità di spesa delle famiglie del Mezzogiorno contribuisce in misura determinante a far emergere questo risultato.
Va altresì segnalato che a partire dal 2017, l’incidenza delle spese obbligate sul totale cresce tendenzialmente fino a toccare la punta stimata per il 2022 del 59,6 per cento.
Secondo gli ultimi dati disponibili al 2021, la spesa media più alta a livello nazionale è ascrivibile alle famiglie residenti nella provincia autonoma di Bolzano (3.116 euro). Seguono quelle ubicate in Lombardia (2.904 euro), nella provincia autonoma di Trento (2.791 euro), in Valle d’Aosta (2.721 euro) e nel Lazio (2.712 euro). Chiudono la graduatoria la Sicilia (1.992 euro), la Calabria (1.915 euro) e la Puglia (1.808 euro) – i dati riportati nel Graf. 3 includono anche gli affitti figurativi.
Dalla disaggregazione delle tre voci che costituiscono le spese obbligate (casa, cibo e trasporti) emerge che la somma dei consumi per le bollette (luce, acqua, gas, rifiuti, etc.), degli alimenti di prima necessità (pane, latte e carne) e dei carburanti (gasolio, benzina, pedaggi, etc.) ammonta ad oltre il 52 per cento della spesa obbligata media annua della famiglia italiana (pari a 1.202 euro). Le bollette, ad esempio, sfiorano il 54 per cento dell’intero costo della voce “Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili. La spesa per pane, latte e carne, invece, è pari al 50 per cento della spesa totale per gli Alimentari e le bevande analcoliche. Carburanti e pedaggi, infine, ammontano al 53 per cento della spesa totale della voce Trasporti.