Sua Maestà Roger Federer non tradisce e si aggiudica per l’ottava volta il titolo più antico e prestigioso del tennis, strapazzando, pur riuscendo a mantenere quella signorilità che lo ha sempre contraddistinto, il rivale di turno, il croato Cilic con un secco 6-3, 6-1, 6-4.
A pochi giorni dal suo 36° compleanno, e dopo 14 anni dal primo trionfo a Wimbledon, lo svizzero dimostra anche ai più scettici di attraversare una seconda giovinezza e stravince per l’ottava volta sulla sacra erba londinese, affermandosi senza timore di smentita quale miglior tennista di tutti i tempi.
Roger Federer, raffinato e pulito nel suo gioco, dimostra che può ancora esercitare il ruolo di protagonista e riesce a farlo divertendo e divertendosi, godendo a pieno dei momenti, come forse mai era riuscito a fare nel corso della sua brillantissima carriera.
Il tennista elvetico riesce perfino a sovvertire quella consolidata usanza secondo cui, almeno i neutrali, parteggiano per il più debole.
Con lui non è così e già dalla vigilia il popolo del tennis ma non solo, è dalla sua parte per il conseguimento di un risultato mai raggiunto prima da nessuno, l’ottavo titolo di Wimbledon, un torneo nato nel lontano 1877 per la cui vittoria tutti i più grandi tennisti del mondo sacrificherebbero qualche anno della propria vita pur di alzare al cielo quell’ambito trofeo.
Dalla sua parte c’è l’aspettativa del mondo intero e le pressioni che ne derivano, soprattutto prima di scendere in campo, farebbero tremare le gambe a chiunque. Lui percorre quei corridoi che lo separano dal terreno di gioco passando in mezzo alla gente ed ai rappresentanti militari in uniforme delle Forze Armate inglesi, sicuro quantomeno di una cosa, ossia che ce la metterà tutta per arrivare alla vittoria.
Lo aspettano, fuori da quel tunnel, circa 15.000 appassionati pronti a godersi lo spettacolo oltre ad un campo in erba inglese a dire il vero un po’ troppo rovinato per le partite giocate nei giorni precedenti.
Lo aspetta la tradizione inglese, degnamente rappresentata dal principe William e dalla sua consorte e sulle tribune del Center Court, prendono posto i personaggi più in vista del mondo dello sport e dello spettacolo inglese ma non solo.
Oltre al pur importante titolo di campione lui sa bene che questa è una grandissima occasione da non lasciarsi sfuggire per entrare in modo definitivo, con il record degli otto trofei, nell’olimpo dei tennisti.
Si presenta a questa gara, ben cinque anni dopo la sua ultima vittoria a Wimbledon, senza aver concesso un solo set agli avversari che gli sono capitati di fronte nel lungo e duro percorso verso la finale e rimanendo il solo superstite di quelli che alla vigilia erano stati ribattezzati da stampa specializzata e addetti ai lavori come “fab four” in grado di aggiudicarsi il titolo, Murray, Djokovic, Nadal e appunto Federer.
Alla finale, dall’altra parte della rete, si troverà di fronte il ventinovenne croato Cilic, numero 7 della classifica ATP, arrivato a contendersi il prestigioso torneo con pieno merito.
Cilic si trova in una di quelle tipiche situazioni in cui c’è poco da perdere. Federer inizia subito con il vincere il sorteggio della famosa monetina e, pur conoscendo la pericolosità del servizio dell’avversario, gli concede di servire per primo.
Si inizia un primo set abbastanza equilibrato e combattuto, probabilmente alla fine risulterà essere l’unico. Federer riesce ad avere la meglio. Finisce 6-3.
Il resto della finale, forse anche a causa di un infortunio al piede occorso al tennista croato, appare ordinaria amministrazione per Federer che anzi sembra quasi doversi impegnare per arrivare alla vittoria alla sua maniera, senza umiliare l’avversario. Se ci riesce o meno non lo sappiamo ma da questo trionfo, da questo record e da questa definitiva consacrazione soprattutto nei confronti di chi solo pochi mesi fa lo dava per finito, Roger Federer ne esce campione di sport a 360 gradi.
Rimane solo il tempo per emozionarsi di fronte ai suoi quattro figli e di alzare a cielo la coppa su cui, per l’ottava volta, viene inciso il suo nome.
GB