(di Vanessa Tomassini) L’Italia partecipa alla 33ma edizione delle Giornate Cinematografiche di Cartagine (JCC) in scena fino a domani in Tunisia con una selezione di sette film, tre originali dell’intramontabile maestro del cinema, Federico Fellini, “Amarcord“, “La voce della luna“, “Otto e mezzo” e 4 sulla sua opera. Francesca Fabbri Fellini, nipote del regista, ha presentato ieri il suo cortometraggio di animazione “La Fellinette” e il Maestro Mario Mariani, pianista e compositore originario delle Marche con il suo straordinario concerto “The Fellini variations” sono stati al centro di uno speciale ideato dal regista italo-tunisino, Habib Mestiri, e sostenuto dall’Istituto Italiano di Cultura a Tunisi, oltre ad una mostra di immagini intitolata “Libro dei sogni”. Un tema quello dei sogni e della psicanalisi che ha accompagnato Fellini per tutta la sua vita, dai momenti di crisi ai grandi successi.
“La Fellinette nasce da un sogno perché credo di essere stata una bambina molto previlegiata – racconta Francesca Fabbri Fellini – ad avere avuto uno zio, re dei visionari, che ti porta sulla spiaggia d’inverno a fare delle lunghe passeggiate. Federico Fellini è stato uno zio speciale, colui che ha rivoluzionato per sempre la settima arte. Lui arrivava a Rimini il 20 di gennaio, giorno del suo compleanno, ma portando i regali a me. Di solito per il compleanno si ricevono i regali, mentre lui arrivava con una bellissima mantellina azzurra e degli stivaletti rossi. Me li fece indossare e mi disse: ‘adesso andiamo a fare una lunghissima passeggiata perché ti devo raccontare una storia’. Lui mi diceva delle cose molto belle come dei mantra: ‘ricordati Franceschina che abbiamo due vite, quelle ad occhi aperti e quella ad occhi chiusi. Ricordati che quella del sogno è molto importante, forse ancora più importante di quella ad occhi aperti’. Questa cosa l’ho capita soltanto diventando grande, soprattutto la frase che è il finale del mio cortometraggio, un filmettino come lo avrebbe chiamato mio zio Chicco. Ma un filmettino molto ben riuscito, perché parte in animazione e parte in live action. È un film muto quindi per tutti, per un pubblico da 0 a 100 anni. È un film che parla con le emozioni, che ha voluto ringraziare Federico Fellini per tutte le cose belle che ha inculcato in noi visionari”.
Il cinema italiano alle Giornate di Cartagine brilla dunque di una nuova sensibilità e consapevolezza, quella di essere un mezzo di comunicazione straordinario, in un mondo in costante evoluzione e tormentato da guerre, pandemie e rinnovate tensioni sociali. Così la diplomazia culturale, di cui gli Istituti italiani di Cultura sono un faro nel mondo, sostiene l’arte, il genio dei nostri artisti, come mezzo di comunicazione che aiuta i popoli a comprendersi e comunicare. Uno spirito e una nuova sensibilità di cui è pregno l’intero speciale ‘Il mondo secondo Fellini’ al festival cinematrografico di Cartagine. “Sottolineando e celebrando la modernità e l’originalità di uno dei più illustri registi mediterranei e la sua influenza sul cinema contemporaneo“, ha spiegato la nuova direttrice del Festival, Sonia Chemki, regista e universitaria, dalla quale la critica internazionale si aspetta una edizione rinnovata con una visione particolare, una sensibilità al femminile e futuristica.
“FelliniMagazine.com nasce in epoca pandemica, quando le saracinesche sembravano calare sul mondo, periodo di grande sofferenza soprattutto per gli adolescenti. È una bellissima piazza dove i giovani possono incontrare grandi personaggi della cultura internazionale che raccontano le proprie storie con interviste fatte da me e dai miei colleghi giornalisti. Facciamo incontrare i grandi personaggi della cultura a quanti muovono i primi passi per essere dei visionari del domani. Proprio a loro abbiamo dedicato una galleria virtuale Jung Image Gallery, dove possono esprimere i propri talenti nell’arte, nello spettacolo, nella scrittura e nel cinema. Oggi abbiamo la fortuna di avere il web che ci connette ovunque”. Ci spiega Francesca Fabbri Fellini, confermando quanto la psicanalisi sia stata fondamentale per Federico. “Il frutto dell’incontro di mio zio con il grande psicanalista Ernst Bernhard, junghiano, è stato il ‘Libro dei Sogni’ che ancora oggi resta uno dei patrimoni più importanti della sua eredità culturale, dove mio zio annotava i suoi sogni sia in maniera visiva, disegnandoli, sia con la scrittura. È un libro secondo me ancora imprecisato per il 99,9%. Perché è secondo me un libro di magia bianca che andrebbe letto al contrario. Ci sono tutti gli incontri della vita di Federico Fellini, da Picasso a Mastroianni, a Giorgio Strehler”. E poi un messaggio: “Io credo che la bellezza salverà il mondo. Penso che ognuno di noi abbia un compito su questo nostro meraviglioso pianeta Terra. Visto che ho ereditato da Federico, la passione per tutto ciò che sta nella porta accanto, che non ha una spiegazione, mi è stato detto che io sono stata messa con la polvere di stelle su questo pianeta per condividere la bellezza, che significa invitare i giovani ad ascoltare una bella musica come abbiamo fatto questa sera con Mario Mariani, straordinario concertista con le musiche di Nino Rota; andare a una mostra e rimanere impressionati dai quadri; ascoltare un disco o uscire con gli amici, ma sempre circondati dalla bellezza. Perché solamente la bellezza, come Fëdor Dostoevskij faceva dire al suo protagonista, può salvare il mondo”.
Il maestro Mario Mariani suona il pianoforte, uno strumento di cui si crede di conoscere tutto. Lavora molto sulle corde, utilizzando oggetti all’interno del piano per modificarne radicalmente il suono, come ci racconta lui stesso: “Cerco di andare molto al suo interno dove nasce il suono, trasformando il pianoforte in una orchestra circense. Un termine non a caso perché il programma che presenterò qui a Tunisi è dedicato a Fellini, ‘Fellini variations’. Federico Fellini intendeva l’umanità come un circo con questi personaggi buffi, quasi tragicomici. L’idea di questo programma è nata in occasione del centenario dalla nascita di Fellini, nel 2020, interrotta poi per tristemente nota pandemia Covid-19”. Riguardo al suo legame con Fellini, Mario Mariani afferma: “Fellini è un artista che ho sempre sentito vicinissimo a me, anche geograficamente, perché io sono di Pesaro, città natale di Gioacchino Fellini, e lui è di Rimini. Ho sempre ascoltato la musica di Fellini, c’era un trittico ‘The Fellini Variations’ che ho anche inciso in un album ‘The Soundtrack Variations’ dedicato al rapporto tra i compositori e i registi. C’era Nino Rota e Fellini, Danny Elfman e Tim Burton, Bernard Herrmann ed Alfred Hitchcock, ed anche il sottoscritto con Vittorio Moroni”.
Il programma delle JCC 2022 prevede la proiezione di ben 599 film provenienti da 72 paesi – 23 africani, 17 arabi a cui si aggiungono 32 partecipazioni internazionali. Madrina di questa edizione è l’Arabia Saudita, omaggi saranno dedicati al compianto artista tunisino Hichem Rostom e al regista Kalthoum Bornaz oltre a Yamina Bachir Chouikh (Algeria), Mohamed Abderrahman Tazi (Marocco), Naky Sy Savané (Costa d’Avorio) e Daoud Abdel Sayed (Egitto). Le registe donne saranno al centro di “Focus Spain” e “Focus Palestine“. Il film di apertura, proiettato il primo giorno del festival, il 29 ottobre, un lungometraggio marocchino, “Fatema, la sultane inoubliable” di Abderrahim Tazi, in omaggio alla scrittrice e attivista Fatema Mernissi. Sono 24 i lungometraggi in lizza per il concorso ufficiale tra le migliori recenti produzioni arabe e africane, sezione principale del festival, di cui 12 fiction e 12 documentari oltre a 12 cortometraggi di finzione e 8 cine-documentari. La Tunisia è rappresentata da 8 film, con 2 film per sezione. Per il secondo anno consecutivo, il JCC presenta quattro cortometraggi adattati da racconti tunisini, prodotti con il sostegno del Centro nazionale per il cinema e l’immagine (CNCI). Tra le sezioni abituali del festival, Cinemas of the World, Horizons of Tunisian Cinema con 26 nuovi film, Ciné Avenue (6 film) proiettati in Avenue Bourguiba, JCC in Prisons (7 film) e JCC in Barracks (7 film). Le Giornate cinematografiche di Cartagine rappresentano gli oscar del mondo arabo, sono organizzate sotto l’egida del Ministero della Cultura di Tunisi con un comitato direttivo nominato dal ministro. Dalla sua creazione nel 1966, le JCC offrono visibilità ai film africani e arabi, e da alcuni anni si sono aperte anche al cinema mondiale.