(di Massimiliano D’Elia) Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha risposto alla stampa a margine della diretta da Palazzo Chigi per l’annuncio del nuovo Dpcm sull’emergenza coronavirus: “Siamo costretti a queste misure, dico agli italiani che non è il momento di fare i furbi”. Il riferimento a quei cittadini, pochissimi, che si sono allontanati gli scorsi giorni dalle zone rosse per motivazioni davvero oggi non più accettabili (vacanza…).
Il provvedimento del Governo è stato proposto dal ministro Speranza, sentito il comitato scientifico è stato firmato l’8 marzo 2020: Link http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/DPCM_20200308.pdf
Il premier Conte nella diretta da Palazzo Chigi dell’una di notte ha precisato che non si tratta di una vera e propria zona rossa, in riferimento alle nuove zone d’Italia interessate al Dpcm, ma di una limitazione della mobilità: le forze dell’ordine sono autorizzate a fermare i cittadini per chiedere informazioni sul motivo dei movimenti. Gli unici spostamenti autorizzati sono quelli per urgenti motivi di lavoro e di carattere sanitario. Oltre alle misure riferite alla mobilità il premier Giuseppe Conte ha parlato dello sforzo del Governo e del Sistema Paese per approvvigionare la Sanità nazionale di nuove apparecchiature di terapia intensiva: “500 nuove apparecchiature verranno prodotte ogni mese in Italia che si affiancheranno a quelle già esistenti“.
Questo perché, ha precisato Conte, alcune strutture sanitarie già oggi sono in sofferenza.
Le misure varate dal Governo, pronte ad uscire in gazzetta ufficiale, forse le più dure di sempre da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus, blindano la Lombardia e 11 province del nord. La notizia battuta dall’Ansa, in seguito ad una bozza del Dpcm circolata suoi cellulari di tutti gli italiani, è stata poi confermata direttamente dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in diretta alle prime ore della mattina da Palazzo Chigi. Al riguardo della bozza le Regioni hanno criticato duramente il fatto che fosse uscita da Palazzo Chigi, in maniera davvero improvvida, creando già da subito “allarme” e preoccupazione nei cittadini.
Nel dettaglio, il provvedimento prevede che per “contrastare e contenere il diffondersi del Coronavirus” il governo disponga di “evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita” nella Regione Lombardia e in 11 province di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Marche. In particolare, oltre la regione Lombardia, la decisione riguarda le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Verbano Cusio, Ossola, Novara, Vercelli e altre 5 province piemontesi. Eccezioni all’applicazione delle nuove norme possono essere fatte per “indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza“.
Sull’intero territorio nazionale “sono sospese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati” fino al 3 aprile.
Sono, inoltre, previste “specifiche sanzioni in caso di mancato rispetto”. I bar e ristoranti possono rimanere aperti dalle 06.00 alle 18.00 se riescono a garantire la distanza di un metro tra una persona e l’altra. Sono confermati gli eventi sportivi a porte chiuse.
Sempre nelle stesse zone, cioè nella Lombardia e nelle 11 province del nord, s’èdeciso di tenere “chiusi gli impianti nei comprensori sciistici”. Sempre secondo la bozza, chi non rispetti i limiti agli spostamenti e le nuove misure per fronteggiare il Coronavirus disposti in queste zone può essere punito con l’arresto fino a 3 mesi e fino 206 euro di ammenda. Praticamente si tratta delle stesse sanzioni già previste per chi violava le prime disposizioni assunte per le zone rosse. Infine, il governo “raccomanda di limitare la mobilità al di fuori dei propri luoghi di dimora abituale ai casi strettamente necessari”.
Gli italiani un popolo davvero unico al mondo
Così come riporta Fanpage.it centinaia di persone stanno raggiungendo in queste ore le stazioni ferroviarie di Milano. Si tratta per lo più di immigrati da altre regioni che, in vista del nuovo decreto del Presidente del Consiglio, si apprestano a lasciare la città. Biglietterie e vagoni presi d’assalto, con buona pace dell’invito a evitare assembramenti.
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