(di Massimiliano D’Elia) Rivedere la Flat tax, quota 100 e i provvedimenti sulla sicurezza, con i ritocchi chiesti dal #Quirinale. Tre sarebbero le priorità del governo giallo-rosso per tracciare la “discontinuità“ chiesta dal leader del Pd Nicola Zingaretti. La contropartita richiesta dai 5S, probabilmente, il voto “subito” sul taglio dei parlamentari. Nel programma condiviso, comunque, tante sono le proposte per favorire la ripresa. Tra le idee il ritorno dell’Ace, lo sconto fiscale per gli investimenti, all’interno di un rilancio del piano industria 4.0. Al riguardo il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Del Rio ha detto: “Per uscire dalla crisi serve un’alleanza forte con le imprese“.
Il governo nascente potrebbe indirizzare la propria attività su una politica economica espansiva senza compromettere l’equilibrio di finanza pubblica. Una politica che non si discosta molto dalla trazione del precedente governo. Il Conte due, come scrive il Sole 24Ore dovrebbe tenersi lontano da quel 3% di deficit su cui puntava la Lega per estendere la flat tax ad una platea più ampia.
Il cambiamento rispetto al precedente governo, però, si vedrà soprattutto nella previdenza. Probabilmente verrà rivitalizzata la legge Fornero su velata richiesta di Bruxelles per poi anemizzare quota 100: ciò, al fine di rientrare nei parametri di bilancio.
Dal cuneo fiscale allo stop dell’aumento dell’Iva, dalla semplificazione amministrativa alla cittadinanza digitale, tutte promesse per provare a stimolare la crescita di un Paese che da oltre un anno si attesta a cifre attorno allo zero.
Il capitolo più spinoso è quello dell’immigrazione. Dopo le limature ai provvedimenti sulla sicurezza 1 e 2, richieste dal Quirinale, si inizierà a capire come il nuovo governo vuole trattare il fenomeno. La linea dovrebbe essere quella di favorire nuove politiche di accoglienza e integrazione impostando una maggiore incisività in Europa per chiedere soluzioni comuni, condivise sensibilizzando la responsabilità di ogni Stato membro. Bellissime proposte in linea con la svolta “umanistica” chiesta da Giuseppe Conte. Siamo sicuri che in Europa siano così ricettivi? Nel passato già il governo Renzi e poi Gentiloni avevano chiesto all’Europa soluzioni e provvedimenti strutturali e non emergeniziali, con l’evidente risultato di aver dovuto accogliere, invece, decine di migliaia di migranti in Italia, con il silenzio dei partner europei.
Strada tutta in salita, a quanto pare per il nascente governo che ha l’ultimo ostacolo nel voto di fiducia al Senato dove si registra una maggioranza davvero risicata, ancorata all’umore di 6-7 senatori.
Speriamo che l’Italia non continui a perdere tempo perchè fuori dai confini nazionali il mondo corre veloce.