“Siamo uniti e tenaci, questo è il messaggio che trasmettiamo (a Putin ndr)“, così il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al termine del vertice con i leader Ue. E’ stata anche affrontata la questione dei beni russi immobilizzati e che la Commissione presenterà una proposta sui profitti straordinari derivanti dalle attività ormai bloccate della Banca centrale russa. Sulle relazioni con la Cina, il Consiglio europeo ha ribadito i principi di reciprocità, diritti umani e collaborazione su clima, salute e sicurezza.
Sui migranti ancora fumata nera, ad opporsi alle conclisioni finali sul tema l’Ungheria e la Polonia. Sui ricollocamenti si è registrata molta freddezza da parte degli altri 26 anche in un momento in cui in Italia aumentano, di giorno in giorno, i migranti che approdano sulle nostre coste.
“Venticinque Paesi hanno sostenuto le conclusioni così come erano state preparate, ha riferito Michel. E’ stato inserito un emendamento semplicemente per rafforzare il sostegno ai Paesi che ospitano i rifugiati ucraini. E ci sono due Stati membri, Polonia e Ungheria che, a causa del Patto sulla migrazione, non solo del contenuto ma anche del processo decisionale a maggioranza qualificata, hanno ritenuto di non essere in grado di convalidare le conclusioni e dunque abbiamo ricorso alle conclusioni del presidente“.
L’unica convergenza è sui partenariati strategici come quello che si vuole attuare con la Tunisia. Il Consiglio europeo, si legge nelle conclusioni, accoglie con favore i lavori svolti su un pacchetto di “partenariato globale reciprocamente vantaggioso con la Tunisia, basato sui pilastri dello sviluppo economico, degli investimenti e del commercio, della transizione verso un’energia verde, della migrazione e dei contatti interpersonali“.
I capi di stato e di governo Ue hanno mostrato all’unisono convergenza nel sostenere la ripresa del dialogo politico nel contesto dell’accordo di associazione Ue-Tunisia, sottolineando l’importanza di rafforzare e sviluppare partenariati strategici analoghi tra l’Ue e i partner nella regione.
Visto l’impasse il presidente Michel e altri leader Ue hanno chiesto al premier Giorgia Meloni di mediare con il polacco Mateusz Morawiecki e l’ungherese Viktor Orbán. Al termine degli incontri non positivi Meloni ha detto “di non essere mai delusa da chi difende i propri interessi nazionali“.
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