Lo strappo arriva alle 18 quando Matteo Salvini rientra al Senato dopo aver comunicato, a cose fatte, a Silvio Berlusconi la decisione della Lega: a palazzo Madama, già alla seconda chiama, i leghisti hanno votato Anna Maria Bernini.
Una decisione che sembra non essere piaciuta a Silvio Berlusconi, secondo cui si tratta di un atto di “ostilità a freddo” che di fatto “rompe la coalizione di centrodestra”.
Per Salvini invece si tratta di un gesto di responsabilità che ha l’obiettivo di uscire dallo stallo ed evitare di perdere ulteriore tempo e permettere al Parlamento di iniziare a lavorare prima possibile. E aggiunge: “Non abbiamo chiesto nulla per noi, tanto che pur avendo preso i voti non chiediamo né la presidenza della Camera né quella del Senato, però se tutti rimangono fermi sulle loro posizioni qua si fa notte. Quindi abbiamo scelto al Senato di votare un candidato di Forza Italia per vedere se le altre opposizioni, a partire dai 5 stelle, hanno dei pregiudizi solo sul nome o sono disponibili a ragionare per far partire i lavori del Parlamento. È un atto di amore verso il Paese verso il Parlamento e verso il centrodestra. E speriamo che tutti abbiano la stessa responsabilità e facciano, se serve, mezzo passo indietro come abbiamo fatto noi”.
Da qui la reazione di Forza Italia che, come spiega Renato Schifani, si tratta di una scelta “non concordata” che anticipa la dura reazione di Berlusconi che considera questa scelta un atto di ostilità. Il leader di FI, che ha riunito i vertici della coalizione a Palazzo Grazioli afferma: “I voti al Senato ad Anna Maria Bernini, strumentalmente utilizzata, sono da considerarsi un atto di ostilità a freddo della Lega che da un lato rompe l’unità della coalizione di centrodestra e dall’altra smaschera il progetto per un governo Lega-M5S”.
Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Salvini, prova a minimizzare e apre anche alla ricerca di un altro nome purché condiviso anche con il Movimento 5 Stelle e che abbia un profilo simile alla Bernini con l’unica pregiudiziale che non sia indagato o condannato.
Il Cavaliere incontra anche Anna Maria Bernini che in un twitter scrive “È del tutto evidente che sono indisponibile ad essere il candidato di altri senza il sostegno del presidente @berlusconi e del mio partito.”
La giornata quindi si conclude con un nulla di fatto, ma la notte sarà sicuramente piena di incontri e confronti tesi a trovare un intesa sui nomi che portino alla nomina dei presidenti di Camera e Senato.