Giuseppe #Conte cita Giuseppe #Saragat: “Fate che il volto di questa Repubblica sia un volto umano, la democrazia non è soltanto un rapporto fra maggioranza e minoranza ma anche di rapporti fra uomo e uomo. Dove questi rapporti sono umani, la democrazia esiste; dove sono inumani, essa non è che la maschera di una nuova tirannide“.
(di Massimiliano D’Elia) Ieri la fiducia al Conte 2 è passata dalla Camera dei Deputati con 343 si e 263 no. Sembrava una giornata surreale, una giornata che per le repubbliche normali dovrebbe essere di festa, il primo giorno di scuola del Governo in uno dei due rami del parlamento. Sembrava un “funerale”.Visi tesi, anzi tesissimi tra i deputati della maggioranza durante il discorso di un’ora e trenta del premier Giuseppe Conte. Per non parlare della porzione centrale dell’emiciclo dedicata ai membri del governo. Ministri M5S e Pd non si degnavano di uno sguardo, non parlavano tra loro, nessuno scambio di pizzini o pacche sulle spalle. Ascoltavano con lo sguardo perso tra le urla e gli improperi dell’opposizione che a più riprese urlava in Aula con cori da stadio, “voto, voto”, “dignità, dignità, “buffone, buffone”, “venduto, venduto”.
Il tutto accadeva in Aula mentre circa 30 mila italiani, a dire della leader di Fratelli d’Italia, riempivano un angolo di piazza Montecitorio, una piccola porzione di piazza lontano dal Palazzo che il nuovo ministro dell’interno Lamorgese aveva riservato alla manifestazione. Una folla pacifica e festante si è riversata nelle piazze adiacenti e nelle strade del centro della Capitale, facendo registrare non pochi disagi alla circolazione di Roma.
Giuseppe Conte ha snocciolato tutti i punti di un programma di governo, una volta chiamato contratto ma non ha portato bene, molto ambizioso e condivisibile da tutti per la bontà e idealità delle proposte. Il punto è che non ha spiegato come intende farlo, con quali risorse. Dall’azzeramento delle rette per gli asili nidi alle fasce più deboli, alla riduzione del numero dei parlamentari in un percorso volto a incrementare le garanzie costituzionali, da una maggiore attenzione per la disabilità fino al rafforzamento delle regole europee per l’etichettatura e la tracciabilità degli alimenti.
Poi ha detto “Nel quadro delle riforme istituzionali è intenzione del governo completare il processo che possa condurre a un’autonomia differenziata che abbiamo definito giusta e cooperativa. E un progetto di autonomia che deve salvaguardare il principio di coesione nazionale e di solidarietà…. . Io e tutti i miei ministri prendiamo il solenne impegno, oggi, davanti a voi, a curare le parole, ad adoperare un lessico più consono, più rispettoso. Vogliamo volgerci alle spalle il frastuono dei proclami inutili, delle dichiarazioni bellicose e roboanti.”
Nessun accenno concreto al Tav, Trivelle, Concessioni Autostradali e Immigrazione. E’ emersa la volontà di rivedere la legge elettorale e portare avanti il discorso del taglio dei parlamentari (a tal proposito gli onorevoli del Pd non hanno applaudito, anzi…).
Bagarre in Aula
Daniela Santanchè la più furiosa: “La porta di Montecitorio è chiusa, la piazza è piena, questa è la differenza fra chi sta chiuso nel palazzo e chi sta fuori!”
Giorgia Meloni: “La cosa scandalosa è che questi qua sanno benissimo che stanno facendo una cosa che gli italiani non vogliono, e siccome sanno di non poter vincere le elezioni, le rubano». E pure lei: È il nostro vaffaday al M5S”.
Il capogruppo dei deputati alla Camera il leghista Riccardo Molinari, tuona: “La prendevano in giro come un piccolo avvocato di provincia e ridevano del suo curriculum e improvvisamente, ora, grazie all’Europa che diceva di voler cambiare, diventa uno statista europeo!”.
Matteo Salvini della piazza: “Passare nell’arco d’una settimana dal ministero del Lavoro al ministero degli Esteri, o sei un genio o… Però non giudico, vedremo i fatti. Io non ce l’avrei mai fatta”.
Giuseppe Conte dopo essere stato coperto da insulti ha lanciato alcuni fendenti direttamente alla Lega: “Mentre il M5s è stato coerente al proprio programma voi dimostrate di essere coerenti alle vostre convenienze elettorali. Avete sbagliato giuramento perché i ministri giurarono di tutelare l’interesse esclusivo della nazione, non del partito“.
I nodi del sottogoverno
L’obiettivo nella maggioranza e’ vedersi domani e chiudere l’intesa mercoledi’, per permettere ai nuovi sottosegretari di giurare giovedi’ o venerdi’.
Ma potrebbe volerci qualche giorno in piu’ e slittare tutto alla prossima settimana. La trattativa e’ aperta, su caselle e deleghe, sia tra i partiti che tra correnti. Si parte da Palazzo Chigi, dove il premier Giuseppe Conte potrebbe tenere la delega ai Servizi o passarla a un uomo di fiducia come Roberto Chieppa, che dovrebbe diventare sottosegretario, magari per l’Attuazione del programma. Dovrebbe essere indicato anche un titolare della delega alle Riforme (ma al ruolo aspirerebbe anche Riccardo Fraccaro, gia’ sottosegretario alla presidenza del Consiglio) e uno con delega agli enti locali (inclusa Roma Capitale). M5s dovrebbe avere una ventina di sottosegretari, il Pd qualcuno in meno e uno Leu (si fa il nome di Rossella Muroni). Tra i pentastellati pochi presidenti di commissione – Giuseppe Brescia e Carla Ruocco avrebbero deciso di no – dovrebbero traslocare al governo (si fa il nome di Marta Grande che potrebbe lasciare il posto a Piero Fassino agli Esteri). Viceministro all’Economia per il Pd dovrebbe essere Antonio Misiani, mentre nel M5s si disputa una sfida a due tra Stefano Buffagni (in alternativa potrebbe aspirare a un ruolo di sottosegretario di peso) e Laura Castelli. Tra i Cinque stelle si citano Vittorio Ferraresi, Filippo Nogarin, Nicola Morra, Luca Carabetta, Manlio Di Stefano, Francesco D’Uva. Tra i Dem dovrebbero essere indicati molti ex parlamentari, come Andrea Martella e Marina Sereni, e si starebbe cercando di garantire una rappresentanza territoriale a regioni poco rappresentate tra i ministri come la Toscana. Tra i deputati si citano Emanuele Fiano, Walter Verini, Lia Quartapelle, Giuditta Pini. Tra i senatori (che dovrebbero essere quattro), oltre a Misiani si parla di Salvatore Margiotta, Simona Malpezzi, Luciano D’Alfonso e Francesco Verducci.