Donald Trump, Vladimir Putin, Recep Tayyid Erdogan. Saranno loro i protagonisti del vertice del G20 che si apre oggi ad Amburgo, in Germania, in una città blindata e scortata da 20mila agenti. Il summit sarà importante non tanto per le decisioni da prendere (dopo il G7 di Taormina non ne sono attese di significative), quanto per la serie di incontri bilaterali che avverranno a margine. Il presidente americano, Donald Trump, incontrerà per la prima volta il leader russo Vladimir Putin, un’occasione resa impossibile finora dallo scandalo sui presunti contatti di Trump con Mosca. Dalla Casa Bianca confermano che obiettivo principale del tycoon è quello di sviluppare un “approccio comune” con gli alleati europei, e con quelli del G20, per quanto riguarda le relazioni con Mosca. “Come il presidente ha chiarito, vorremmo che Stati Uniti e tutto l’Occidente avviassero una relazione più costruttiva con la Russia. Ma, allo stesso tempo, abbiamo bisogno di affrontare l’atteggiamento destabilizzante” di Mosca, ha spiegato il consigliere capo della sicurezza nazionale della Casa Bianca, H.R. McMaster, spiegando che Trump ha chiesto al suo staff di lavorare per “evitare” un conflitto con la Russia e per promuovere “punti di cooperazione” con il Cremlino su temi come la minaccia nordcoreana, la guerra civile in Siria o la lotta contro lo Stato islamico. Tutti questi temi saranno messi sul tavolo nell’atteso primo bilaterale. La Casa Bianca non ha precisato se il presidente discuterà con Putin delle indagini sulla presunta ingerenza russa nelle elezioni presidenziali americane e sugli eventuali legami tra la sua campagna e Mosca.L’altro incontro che genera grande attesa è quello tra Trump e il presidente messicano, Enrique Peña Nieto, il primo tra i due dopo quello annullato all’inizio dell’anno per le tensioni sul muro alla frontiera. Oltre a insistere sul fatto che il Messico debba pagare la costruzione di questo muro, il tycoon ha accusato il Paese centramericano di pratiche commerciali sleali: sia Washington sia Città del Messico prevedono di iniziare ad agosto la rinegoziazione dell’accordo di libero commercio Nafta, di cui fa parte anche il Canada.Già in programma anche bilaterali con la cancelliera tedesca, e padrona di casa al G20, Angela Merkel, con i primi ministri di Giappone, Shinzo Abe, e Regno Unito, Theresa May; e con i presidenti cinese, Xi Jinping, e sudcoreano, Moon Jae-in. Il neopresidente francese Emmanuel Macron incontrerà per la prima volta molti dirigenti e in particolare il numero uno cinese, l’unico ‘peso massimo’ mondiale che non aveva ancora avuto occasione di conoscere.I temi sul tavolo sono “difficili” e “non si può prevedere in assoluto” quali punti verranno inclusi nel comunicato finale, ha avvertito il portavoce di Merkel, Steffen Seibert. E che i negoziati in vista sono “difficili” lo ha riconosciuto la cancelliera stessa. Fra i nodi spinosi sul tavolo, sicuramente, clima, Corea del Nord e commercio. Il clima per la posizione di Trump, che ha annunciato il ritiro degli Usa dagli accordi di Parigi, mentre Merkel, con la Cina come nuovo alleato, si è impegnata a salvarli. La Nord Corea, visto che il summit giunge a pochi giorni dal test di un missile balistico intercontinentale da parte di Pyongyang. Il commercio perché Merkel intende andare avanti anche sull’altro grande scoglio, quello del libero scambio.Trump non è l’unico invitato scomodo del vertice. Per Berlino lo sono anche Erdogan e Putin, due leader con cui Merkel non vuole né può rompere, nonostante i dissensi accumulati con ciascuno. Le relazioni con Ankara sono in un momento molto complesso, tanto che la Germania ha deciso di ritirare i suoi soldati da una base turca dopo che la Turchia aveva vietato diverse visite da parte di un gruppo di deputati del Bundestag. A questo si aggiunge il fatto che Erdogan intendeva tenere un comizio ad Amburgo davanti alla comunità turca, approfittando della sua visita per il G20, ma Berlino ha risposto negativamente, mossa che il presidente turco ha definito un “suicidio”. Merkel continua comunque a difendere il dialogo con Ankara, partner chiave per frenare l’arrivo di migranti in Europa tramite la Grecia.