I leader delle maggiori economie mondiali si sono incontrati per cercare soluzioni condivise sul commercio e sui cambiamenti climatici. Gli addetti ai lavori delle rispettive delegazioni hanno lavorato tutta la notte per trovare accordi vicini alle indicazioni dei leader.
Angela Merkel ha intrattenuto gli ospiti con un concerto al Elbphilharmonie di Amburgo, dove hanno ascoltato Beethoven, mentre gli staff hanno continuato a trovare soluzioni alle sostanziali posizioni differenti espresse dal Presidente Trump.
Angela Merkel ha utilizzato il vertice anche per scopi di politica interna: ha mostrato le proprie capacità diplomatiche in vista delle elezioni federali di settembre.
La prima riunione, la più attesa, e’ stata tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin.Il loro incontro, iniziato con una stretta di mano è durato più di due ore ed è stato uno degli incontri più attesi dalla platea internazionale. Hanno discusso sulla presunta intrusione della Russia nelle elezioni statunitensi, ma si sono subito concentrati sui futuri legami piuttosto che sul passato. Un passaggio fortemente criticato dai leader democratici del Congresso.
I leader del G20 hanno vissuto momenti di criticità per trovare una soluzione condivisa sul clima e sulla politica commerciale, nonostante l’appello da parte della Merkel di non compromettere i colloqui in materia nonostante Trump fosse in controtendenza rispetto alle maggiori economie mondiali.
“Gli sherpa hanno molto lavorato sottobanco, nonostante le difficoltà evidenti a tutti”
Quindi oltre a risolvere le differenze sul commercio e sui cambiamenti climatici, la Merkel ha dovuto condurre anche discussioni sull’emergenza dei migranti in Europa.
E’ stato ribadito il diritto sovrano degli Stati di gestire e controllare i loro confini e stabilire politiche” nell’interesse della sicurezza nazionale. Lo si legge nell’ultima versione del documento finale del G20, nella parte dedicata all’immigrazione che invita pero’ anche a mettere in campo “sforzi globali e azioni coordinate”.
Soluzione difficile soprattutto alla luce dell’approccio di Trump che quando entrò alla Casa Bianca promise “America First”.
Tutti i leader non hanno dimenticato che solo il mese scorso il Presidente Trump, ha ritirato gli Stati Uniti da un accordo internazionale (Parigi) importante per combattere il cambiamento climatico e ha minacciato di adottare misure commerciali punitive nel settore dell’acciaio che colpirebbero la Cina, la Germania, il Canada e molti altri paesi.
Circa l’accordo sul clima di Parigi tutti i leader hanno confermato che lo stesso deve considerarsi “irreversibile”.
Merkel, Macron e Putin hanno concordato sull’importanza del cessate il fuoco nell’Ucraina orientale.
Trump ha ribadito le intenzioni americane di forme di commercio veloci e diretti con il Regno Unito.
Comunque il comunicato finale del G20 è stato largamente condiviso da tutti a parte la frizione per il clima.
Il leader della Cina ha poi evidenziato, in occasione della riunione con il Primo Ministro britannico, di trattare un nuovo paragrafo che affermi l’impegno degli Stati Uniti nel lavorare a stretto contatto con altri partner per favorire l’utilizzo di combustibili fossili in modo più pulito ed efficiente.
Sul fronte manifestanti, appena i leader si sono incontrati sono iniziati gli scontri tra polizia e no global. La polizia ha dovuto chiedere rinforzi da tutta la Germania. I manifestanti hanno dato fuoco ad automobili, scomparti di rifiuti e pallet di legno esercitando, così come riferito dal Capo della Polizia, una violenza spaventosa.
Merkel ha scelto Amburgo, la città portuale in cui è nata, per inviare un segnale sull’apertura della Germania al mondo, inclusa la sua tolleranza alle proteste. Il vertice, inoltre, si e’ tenuto a poche centinaia di metri da uno dei simboli più importanti della resistenza di sinistra tedesca, un ex teatro chiamato “Rote Flora”.
Il bilancio, al termine dei lavori, 196 poliziotti feriti e 83 protestanti temporaneamente detenuti e altri 19 sono stati presi in custodia cautelare.
Soluzioni? Tante strette di mano e pacche sulle spalle.
di Massimiliano D’Elia