(di Andrea Pinto) I capi della difesa di Gran Bretagna e Italia visiteranno il Giappone questa settimana per tenere incontri con la loro controparte locale, ha detto ieri il ministro della difesa nipponico Yasukazu Hamada. E’ previsto per giovedì un incontro trilaterale con il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace e il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto.
Le tre nazioni hanno annunciato a dicembre scorso l’avvio del programma militare congiunto Global Combat Air Program (GCAP), al fine di sviluppare entro il 2035 un jet di sesta generazione. Una fusione del programma inglese Tempest a guida britannica con il programma F-X del Giappone.
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Le tre nazioni discuteranno del progetto del nuovo caccia a reazione, che segna la prima grande collaborazione industriale nel campo della difesa del Giappone dopo la seconda guerra mondiale.
Il Capo dell’Aeronautica italiana sul programma GCAP
Il programma Gcap ha precisato il generale di squadra aerea, Luca Goretti, la scorsa settimana, alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati “nasce dalla naturale esigenza di sostituire macchine obsolete. La tecnologia è il sangue che scorre nell’Aeronautica militare poiché lo strumento aeronautico vive grazie a questo. Per essere rilevanti, difendersi o essere alla pari degli altri il software è la chiave di volta del velivolo militare: occorre far crescere la nostra industria che creare dispositivi efficaci da mettere dentro la scatola“.
L’iniziativa con inglesi e giapponesi “è un’opportunità per le università e le industrie di essere competitive e crescere. Il velivolo è un sistema di sistemi a cui agganciarsi per prendere e disseminare dati. Il programma è un’opportunità di ricerca, più che militare: mentre prima noi offrivamo proposte alle università, adesso noi diciamo qual è la minaccia e ciò da loro la possibilità di sviluppare idee che servono a noi”.
“Abbiamo scelto gli inglesi perché è una naturale alleanza legata a complesse dinamiche industriali in ambito europeo: dove alcuni Paesi cercano di dettar legge. Invece, noi in Italia dobbiamo difendere le nostre industrie: le scelte dei governi attuale e precedente sono legate alla necessità di non annichilire il settore, ma di giocarsi la partita. Forse in futuro ci saranno convergenze con altri Paesi”.
Il programma per un caccia avveniristico
Il progetto ambizioso italo-inglese-nipponico, entro il 2035, mira a rimpiazzare gli attuali Eurofighter, F2 e F16.
Il velivolo non è un semplice caccia ma la sintesi in volo di diverse tecnologie multidominio in grado di poter governare dall’alto sciami di droni armati, ovvero di condurre poderosi attacchi cibernetici e molto, molto altro.
Nel Gcap cofluiranno studi e progetti elaborati per il Tempest nel Regno Unito e quelli giapponesi per l’F-X. Al programma ha strizzato l’occhio anche l’Aeronautica americana che nella sua “Next generation air dominance” potrebbe aprire a future collaborazioni. Al momento gli Stati Uniti hanno due progetti: il “Penetrating Counter-Air” dell’Aeronautica – un caccia stealth a lungo raggio per scortare bombardieri stealth – e il FA-XX della Marina. Finora solo Boeing, Lockheed-Martin e Northrop-Grumman hanno svelato al mondo concetti di sesta generazione.
La partecipazione italiana come first player al Gcap consentirà all’industria della difesa nostrana di compiere un ulteriore passo in avanti attestandosi così in una posizione privilegiata tra le industrie internazionali del settore.
In Inghilterra Leonardo per il programma Tempest è presente con diverse aziende e le persone che lavoreranno al programma nei prossimi 25 anni arriveranno a 20mila unità, considerando i dipendenti di Mitsubishi Electric, Mitsubishi Heavy Industries e Ihi in Giappone, Leonardo, Avio Aero, Elettronica ed Mbda Italia.
Il Tempest è un programma britannico, finanziato con i fondi della Difesa per lo sviluppo di nuove tecnologie affidato a un team di aziende nel quale ha un ruolo importante Leonardo, che ha 7 stabilimenti nel Regno Unito. Quelli di Edimburgo e Luton saranno i più coinvolti nel programma Tempest. Bae Systems si occuperà dello sviluppo della cellula e del velivolo in quanto tale, Rolls Royce della motorizzazione e MBDA degli armamenti imbarcati (missili ma anche laser) e Leonardo avrà un ruolo esclusivo nel settore dei sistemi elettronici imbarcati.
In Italia nel documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa per il triennio 2022-2026 le risorse assegnate per il Tempest passano da 2 miliardi di euro a 3,795 miliardi, con 220 milioni nel 2022 e 345 per il prossimo.
L’Italia ha duplicato le risorse da due miliardi di euro, distribuiti in quindici anni, con 20 milioni nel 2021, altrettanti nel 2022 e 2023, 90 milioni nel biennio 2024-26 e il restante tra il 2027 e il 2035.
L’Italia segue da anni il programma Tempest, in netta contrapposizione con quello franco-tedesco-spagnolo denominato FCAS.
Programma franco-tedesco-spagnolo FACS
FACS – Future Air Combat System è il programma di Francia e Germania per un nuovo caccia a cui ha aderito successivamente anche la Spagna.
Nel 2018 Francia e Germania hanno firmato un contratto per sviluppare un sistema d’arma congiunto, aggiudicandosi per Airbus e Dassault un primo contratto per un progetto di studio del valore di € 65 milioni (US $ 73 milioni), mentre Safran Aircraft Engines e MTU Aero Engines hanno annunciato una partnership per fornire la propulsione.
Il programma FCAS copre sia gli aerei con equipaggio che quelli senza equipaggio, ed entreranno in servizio dal 2040 in sostituzione dei caccia Rafale francesi e degli Eurofighter attualmente in dotazione all’aeronautica tedesca.
Ma quali sono i criteri, pensati, per la sesta generazione?
L’obiettivo è il volo in autonomia cioè progettare una macchina non gestita da persone a bordo ma da piloti da remoto, un’evoluzione tattica degli attuali velivoli Apr. Allo studio ci sarebbe una versione americana senza pilota e un’altra russa con pilota a bordo.
I progettisti americani stanno lavorando ad un prototipo in grado di gestire un numero spropositato di informazioni con incredibile resistenza ai sovraccarichi, solo un robot potrà garantire tale capacità. I russi, invece, credono che nessun computer possa essere in grado di far funzionare una macchina come un essere umano.
Altra caratteristica di questi velivoli del futuro è la bassa visibilità. Oggi lo stealth della quinta generazione, a quanto pare, non è totalmente immune dai sistemi di difesa aerea S400 russi. Quelli di sesta generazione dovranno essere completamente invisibili.
Il criterio successivo è la velocità. Oggi l’aereo militare più veloce in volo va a circa 3 Mach, lo sviluppo della sesta generazione dovrebbe essere in grado di superare la soglia di 5 Mach. Velocità di crociera (senza accendere la spinta postbruciatore), dicono gli esperti, sarà sicuramente supersonica. Molto probabilmente, la velocità di crociera del futuro sarà identica alla velocità di oggi post-combustione – Mach 1,5-2. L’aereo potrà volare senza rifornimento di carburante per un lungo periodo, e quindi continuare a pattugliare le grandi distanze lontano dalla propria base.
Da un punto di vista strutturale gli esperti ritengono che il velivolo sarà molto ergonomico.
Esempio credibile è un’ala racchiusa nella fusoliera e non saranno dotati di una superficie di coda verticale. Forse alla base della progettazione degli aeromobili vi è il concetto di “ala volante” (come il futuristico B-2, della US Air Force).
L’aeromobile dovrà essere facile da manovrare in angoli di circa 60 gradi. La manovrabilità permette ai caccia di muoversi nel quadro delle traiettorie della “difesa missilistica”. Il velivolo con elevatissima manovrabilità non dovrà temere alcuna difesa missilistica.
L’interoperabilità dovrà essere totale con le forze di terra, mare, aria, aerospazio, spazio, cyberspazio e anche sott’acqua. La miriade di informazioni ricevute dai vari centri di comando e controllo dovranno consentire al velivolo di sesta generazione un dominio assoluto dei cieli e la vittoria sicura contro gli avversari.
Gli armamenti saranno integrati da raggi laser. Probabilmente le ultime macchine saranno dotate non solo con i missili, che sono principalmente utilizzati oggi, ma anche con installazioni laser. E’ possibile che l’arma sarà anche elettromagnetica. Quel tipo di missili voleranno ad una velocità tale che il sistema di difesa aerea non potrà tenere loro il passo
I progetti di Russia e Cina
Progetto cinese
Al momento, la Cina sta finalizzando il caccia di quinta generazione. Si tratta del J-20 e J-Air 31. I progettisti cinesi non sono molto attratti da programmi a lungo termine e, come gli europei, sono più orientati allo sviluppo di un drone ad alta tecnologia, che è stato chiamato Lijian, caratterizzato da bassa visibile al radar. Sulla base di questo sviluppo, dicono gli esperti, ci sarà un jet da combattimento con caratteristiche da sesta generazione.
Il concetto russo
I progettisti russi sembrano i più attivi nelle attività di studio di un nuovo velivolo di sesta generazione che abbia come base la macchina T-50.
I media russi riferiscono che il primo prototipo di velivolo di sesta generazione, creato da ingegneri russi, apparirà nei prossimi 10-12 anni, dalla United Aircraft Corporation. Se le stime saranno rispettate, i russi supereranno gli americani che, invece, hanno stimato la produzione non prima del 2030.