Disgelo, questa la parola d’ordine tra le due democrazie, quella italiana e indiana. Dopo i dissapori degli ultimi anni non si potevano trascurare le relazioni commerciali sempre fiorenti tra i due paesi.
Il caso giudiziario dei due marò sembra oramai lasciato alle spalle: è questo il significato che la stampa di Delhi attribuisce alla visita di Paolo Gentiloni, primo presidente del Consiglio italiano a far tappa in India da ben dieci anni. Di “nuovo inizio”, in inglese “reset”, scrive sin nel titolo il quotidiano ‘The Tribune’. Che in attacco sottolinea come il colloquio di domani tra Gentiloni e il suo ospite Narendra Modi sia destinato a “rimettere in modo” i rapporti tra i due Paesi. Una tesi condivisa da altri giornali, a partire dall”Hindustan Times’, che ricostruiscono la crisi innescata dall’arresto di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone per l’uccisione di due pescatori a largo delle coste del Kerala il 15 febbraio 2012. A seguito del ritorno in patria dei marò, autorizzato per motivi di salute, e in attesa di una decisione della Corte di arbitrato dell’Aja, la fase più acuta del contenzioso apparirebbe superata. A suggerirlo anche le dichiarazioni di un portavoce del ministero degli Esteri indiano, secondo il quale “la visita di Gentiloni rafforzerà le relazioni economiche e politiche”. Auspicio condiviso dallo stesso presidente del Consiglio italiano, che rispetto alla missione a Delhi ha detto ieri di “occasione importante per riallacciarsi con una grande democrazia. A confermare il rilievo attribuito da Roma alla visita è la delegazione di 15 amministratori delegati che, da oggi, accompagnerà Gentiloni. Ma anche in India c’è attesa. Secondo l”Hindustan Times’, gli attriti degli anni scorsi hanno penalizzato i rapporti tra Delhi e l’Unione Europea nel suo complesso. Quanto all’Italia, poi, è un partner di rilievo. Stando alle statistiche ufficiali, nel 2016-2017 gli scambi bilaterali hanno raggiunto gli otto miliardi e 790 milioni di dollari. La bilancia commerciale è a vantaggio di Delhi, per circa un miliardo, anche per le posizioni d’avanguardia delle industrie indiane dell’information technology e della farmaceutica. Nel subcontinente le imprese italiane sono d’altra parte almeno 600, attive in ambiti differenti, dal tessile alle automobili. L’economia dunque al centro della visita, riprende il ‘Tribune’. Secondo il quale al vertice di domani ci sarà spazio anche per la politica: dalla lotta contro il gruppo Stato islamico all’Afghanistan, Paese chiave della politica estera di Delhi dove l’Italia è presente nel quadro della missione militare della Nato.