Per stabilizzare il Mediterraneo e’ “assolutamente cruciale” che si rafforzi l’asse tra Italia e Usa anche oltre la crisi siriana. “E’ il momento di collaborare per sostenere il governo di Tripoli”, ad esempio, “anche per gestire i flussi migratori”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. “La Libia resta tra le nostre massime priorita’”, e io “non credo che sia un’idea praticabile quella della divisione della Libia: porterebbe a maggiore instabilita’ e ad una maggiore instabilita’”, mentre “mantenere una leadership congiunta di Italia e Usa” nel Mediterraneo “e’ non solo una occasione ma anche un obbligo politico”. L’implosione dello stato libico “aumenterebbe i pericoli per tutti i paesi vicini e della regione” e questo mette in evidenza la “necessita’ di collaborare per il contenimento dei conflitti ed una piu’ efficiente gestione delle crisi”. Soprattutto ora che Daesh appare in difficolta’ e “quest’anno potrebbe essere il suo ultimo anno”. Ma non quello della minaccia terroristica e dei flussi migratori. “Fino a tempi recenti troppi europei hanno coltivato l’illusione di poter separare il loro destino dal Mediterraneo e dalle crisi che in questa regione hanno il loro punto di partenza” mentre “la situazione richiede iniziative nuove, di breve e lungo periodo”, sottolinea a questo punto Gentiloni. “Nel breve periodo sono necessari una piu’ equilibrata ripartizione dei gravami tra i paesi europei, mentre fondamentali sono piu’ efficienti sistemi di controllo all’arrivo, uniti a piu’ efficaci procedure di identificazione e meccanismi di rientro”, prosegue il testo, “il migration compact varato dall’Ue nel 2016 deve essere mantenuto e ampliato”. Questa e’ la vera sfida per l’Europa.
di Redazione