E’ passato un anno dall’inaugurazione della nuova ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme e ad oggi solo il Guatemala ha trasferito la sua cancelleria.
Tanta la delusione registrata in Israele tant’è che il ministro degli esteri, Israel Katz, del Likud, ha deciso di favorire il trasloco da Tel Aviv di altre rappresentanze diplomatiche.
Il quotidiano Israel ha-Yom ha reso noto che il governo di Israele contribuirà anche, sostanziosamente, alle spese. Il trasferimento a Gerusalemme delle ambasciate, ha spiegato Katz al giornale, “e’ un obiettivo nazionale, politico e strategico di primo livello”.
“Non c’è niente che esprima meglio il nostro ritorno a Sion ed il successo del sionismo – ha aggiunto – del rafforzamento a Gerusalemme della sovranità di Israele e del popolo ebraico”.
Nel prossimo futuro, almeno secondo il giornale, Katz chiedera’ al governo di approvare per i Paesi che trasferiscano a Gerusalemme la propria sede diplomatica principale un pacchetto di aiuti finanziari per un valore complessivo di 50 milioni di shekel, oltre 12 milioni di euro.
Denaro utile per acquisire i terreni ritenuti idonei, adibire gli edifici necessari, regolare i rapporti col municipio. Nell’ultimo anno diversi Paesi hanno annunciato la possibilità di aprire ambasciate a Gerusalemme, ma per ragioni diverse le iniziative non sono andate in porto. Il Paraguay in effetti l’ha inaugurata a maggio, su istruzione del presidente uscente, Horacio Cortes, ma il suo successore Mario Abdo Benitez l’ha subito riportata a Tel Aviv.
Anche il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, era sembrato all’inizio dell’anno sul punto di spostare la propria ambasciata, ma poi ha avuto un ripensamento. Altri Paesi che Israele ha cercato di coinvolgere sono stati l’Honduras, l’Ungheria, la Romania, la Repubblica Ceca e la Slovacchia.
In tanti avversano l’iniziativa israeliana. In primo luogo vi sono i palestinesi e il mondo arabo, secondo i quali, in assenza di un accordo che metta fine al conflitto israelo-palestinese e che definisca il futuro assetto di Gerusalemme, il trasferimento delle ambasciate è incompatibile con la formula dei Due Stati.
Israele ha come forze contrarie anche l’Unione Europea e una parte di statunitensi non in linea con la politica estera trumpiana.