(di Damiano Belli,Amministratore delegato Ambienthesis) Perseguendo il fine ultimo dell’abbattimento dell’inquinamento ambientale e dello spreco di risorse ed energie, si registra nell’intero panorama mondiale l’intento condiviso di massimizzare il recupero e il riciclo di materiali e fonti energetiche.
“La situazione è preoccupante e va affrontata con urgenza. Su questo siamo stati tutti d’accordo. Ma è un discorso che non riguarda solo l’energia, bensì tutto il nostro modello di consumi. È una sfida complessa, che può essere vinta solo col concorso di tutti: chi produce, chi consuma e la politica che detta le regole” ha infatti dichiarato nel merito Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni S.p.A alla conferenza in Vaticano sull’inquinamento globale[1].
La popolazione e soprattutto gli enti locali e le imprese territoriali stanno infatti facendo la propria parte nella lotta ai cambiamenti climatici e al suddetto spreco. “Alcuni indicatori sembrano segnare una traiettoria anche migliore di quanto previsto” ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in occasione di un summit sull’ambiente tenutosi lo scorso marzo[2].
Un esempio virtuoso di gestione energetica ce lo fornisce la città di Londra, che da ottobre vedrà la sua City, lo storico quartiere centrale Square Mile, soddisfare il proprio fabbisogno energetico utilizzando solo le rinnovabili[3]. Uno storico cambio di passo che permetterà alla capitale britannica di abbattere le emissioni di CO2 e allo stesso tempo di riconvertire l’energia generata dal trattamento termico dei rifiuti.
Guardando al territorio nazionale, invece, è recente la normativa che incentiva la produzione di biometano anche attraverso la conversione di impianti che attualmente producono biogas, con l’obiettivo di prolungarne il ciclo di vita. Su questa linea anche l’azione di Green Holding che sta valutando la realizzazione d’impianti a biometano e l’integrazione di nuove tecnologie per l’aumento del biometano prodotto nel sistema di depurazione delle acque reflue. S’intende incoraggiare così i territori e le imprese a coniugare la valorizzazione della frazione organica dei rifiuti e migliorare il sistema del ciclo di depurazione acque con lo sviluppo della mobilità sostenibile.
Il tutto, naturalmente, in un’ottica di promozione della pianificazione e della realizzazione di sistemi di economia circolare, per far si che i rifiuti non impattino più sull’ambiente ma anzi vengano sfruttati per una loro riconversione e un riutilizzo utile a tutta la comunità territoriale.
E’ quindi un’inversione di rotta già avviata ma che deve costantemente autoalimentarsi attraverso una sinergia tra tutti gli attori territoriali, con il fine unico dell’abbattimento di ogni fattore corrosivo per l’ambiente e per le persone che lo popolano.