Le relazioni fra Amman e Damasco hanno preso una piega positiva e la Giordania è ottimista sul fatto che si possa proseguire in questa direzione. Lo ha dichiarato il ministro di Stato per i Media e portavoce del governo hascemita, Mohammed Al Momani, nel corso di un’intervista riportata oggi dal quotidiano giordano “Al Ghad”. A testimonianza dei legami fra i due paesi, Al Momani ha ricordato che Amman si è opposta alla decisione della Lega araba di escludere temporaneamente dal consesso la Siria e di chiudere le rispettive rappresentanze diplomatiche. Per questa ragione le ambasciate siriana e giordana hanno continuato a lavorare rispettivamente ad Amman e Damasco. Il portavoce del governo ha sottolineato, inoltre, l’importanza della creazione delle quattro zone di sicurezza in Siria concordate da Russia, Turchia e Iran nel corso della riunione di Astana del 3-4 maggio scorso. Grazie ad una maggiore sicurezza nel sud della Siria, raggiunta con il cessate il fuoco nelle provincie meridionali di Sueida, Quneitra e Deraa, ha aggiunto Al Momani, circa 30000 rifugiati siriani presenti nel campo di accoglienza di Rukban sono stati rimpatriati, mentre circa 50000 sono rimasti. Dall’inizio del conflitto in Siria, la Giordania che condivide circa 370 chilometri di confine con la Siria, l’economia del regno hascemita ha subito l’impatto della chiusura delle frontiere con la Siria e l’Iraq anche perchè sprovvista di risorse naturali. Inoltre, l’economia e l’equilibrio sociale del regno sono state colpite dalla presenza dei profughi siriani, che secondo l’Onu sarebbero 650000, mentre per Amman si aggirano su 1,4 milioni. Lo scorso 23 agosto il ministero della Difesa russo ha annunciato che il centro di monitoraggio congiunto di Amman, in Giordania, per controllare l’effettiva attuazione del cessate il fuoco nelle zone di sicurezza in Siria ha avviato le sue attività nel giorno stesso. Scopo del centro è quello di consentire l’accesso degli aiuti umanitari e l’assistenza medica.
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