Giorgia Meloni punta alla riduzione del debito pubblico

Nel 2024, la situazione del debito pubblico italiano continua a rappresentare una delle principali sfide economiche per il governo e il Paese. L’Italia, con un rapporto debito/PIL tra i più alti dell’Eurozona, si trova in un delicato equilibrio tra la necessità di ridurre il debito e la necessità di sostenere la crescita economica. Attualmente, il debito pubblico italiano si attesta intorno al 140% del prodotto interno lordo, una percentuale che resta elevata, seppur in leggera diminuzione rispetto ai picchi raggiunti durante la pandemia di COVID-19.

Giorgia Meloni, ha deciso di ridurre il deficit pubblico sotto il 3% del PIL entro il 2026. La decisione è stata presa durante una riunione di gabinetto a Roma lo scorso martedì, segnando un importante obiettivo nel tentativo di risanare i conti pubblici del Paese. Nel 2022, il deficit dell’Italia ha raggiunto il 7,4% del PIL, una cifra allarmante che ha spinto il governo a intraprendere una politica economica più rigorosa e orientata alla stabilità.

Meloni ha dichiarato che la sua amministrazione sta adottando una linea di condotta “prudente e responsabile” in materia finanziaria. Tuttavia, il governo ha anche chiesto alla Commissione Europea una proroga per il risanamento complessivo del debito pubblico, proponendo una tempistica di sette anni, il massimo consentito dal nuovo Patto di Stabilità e Crescita. L’Italia, infatti, è tra i Paesi con deficit definiti “eccessivi” dall’Unione Europea, che concede ai governi tra i quattro e i sette anni per ridurre significativamente il nuovo debito.

Per il 2023, l’esecutivo italiano aveva promesso di abbassare il deficit al 4,3% del PIL, ma i piani non verranno ufficializzati fino a quando non saranno disponibili i nuovi dati economici da parte dell’Istat, attesi per il prossimo lunedì. La riduzione significativa del deficit sarà ottenuta grazie alle misure restrittive messe in atto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha tagliato drasticamente i sussidi edilizi, in particolare il “Superbonus 110%”. Questo bonus permetteva ai proprietari di immobili di ottenere una copertura totale da parte dello Stato per gli investimenti energetici, ma ha rappresentato un peso economico insostenibile, costando alle casse pubbliche oltre 120 miliardi di euro.

Secondo gli analisti, la diminuzione degli investimenti immobiliari sarà compensata dall’aumento degli investimenti previsti dal piano di rilancio europeo, con l’Italia che riceverà 190 miliardi di euro in prestiti agevolati e sovvenzioni nell’ambito del programma UE post-pandemia.

L’Italia, infatti, beneficia del sostegno finanziario dell’Unione Europea attraverso il piano di rilancio post-pandemico, che prevede 190 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni per promuovere la crescita e la modernizzazione del Paese. Questi fondi, se impiegati in modo efficiente, potrebbero stimolare una ripresa economica sufficiente a contenere il peso del debito pubblico nel medio termine.

Nel frattempo, il governo ha dichiarato che la spesa pubblica aumenterà solo dell’1,5% in termini reali nei prossimi anni, come richiesto dalla Commissione Europea. Tuttavia, sono esclusi dal calcolo alcuni fattori come gli interessi sul debito e alcune tipologie di spesa economica. Il piano di riduzione del deficit presentato dall’Italia si propone di essere più ambizioso rispetto alle indicazioni dell’UE, sfruttando il recente andamento positivo delle entrate fiscali e pianificando ulteriori riduzioni delle imposte.

Nonostante il debito complessivo resti elevato, l’ufficio parlamentare di bilancio (UPB) stima una crescita economica intorno all’1% sia per quest’anno che per il prossimo. Gli esperti ritengono che le sfide finanziarie del Paese nei prossimi anni siano significative, ma affrontabili con la giusta determinazione e disciplina economica.

Il percorso delineato dal governo Meloni rappresenta dunque una scommessa coraggiosa sulla capacità del Paese di risanare i conti pubblici senza frenare troppo la crescita economica. La strada è stretta, ma l’obiettivo di ridurre il deficit sotto il 3% entro il 2026 potrebbe risultare fondamentale per garantire all’Italia una maggiore stabilità finanziaria e una riduzione della dipendenza dagli aiuti europei.

Nel complesso, la situazione del debito pubblico italiano nel 2024 rimane una sfida complessa e di lungo periodo. La combinazione di rigore fiscale, utilizzo efficace dei fondi europei e stimolo alla crescita sarà fondamentale per consentire all’Italia di ridurre il proprio debito e garantire la sostenibilità economica a lungo termine.

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