Questa mattina, nella sede del ministero di Giustizia, si è tenuta la prima riunione del tavolo istituito nell’ambito del Protocollo d’intesa per l’individuazione di progetti di digitalizzazione dei processi di valore storico, rinnovato recentemente.
L’obiettivo, condiviso dalle istituzioni coinvolte (Ministeri della Giustizia, Cultura, Csm, Cassa delle Ammende, Archivio Flamigni), è quello di consentire la fruibilità massima per l’utenza, con gradi di accesso qualificato, alle carte giudiziarie che costituiscono la fonte prioritaria per lo studio della storia dell’Italia repubblicana, con particolare riferimento alle tematiche del terrorismo, della violenza politica e della criminalità organizzata. Tali progetti hanno coinvolti i detenuti che, attraverso l’avvio di percorsi professionalizzanti, hanno così intrapreso il proprio percorso di reinserimento sociale.
Il legame tra l’attività dei detenuti e la trasformazione digitale delle carte giudiziarie assume un valore altamente simbolico per l’attività del Ministero di Giustizia che intende preservare la memoria in chiave moderna con il contributo del lavoro di chi sta ricucendo il proprio rapporto con la società civile.
L’attività del Protocollo d’Intesa, nato nel 2015 tra il Ministero della Giustizia e il Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo e arricchitosi nel tempo della partecipazione del Consiglio Superiore della Magistratura, della Cassa delle Ammende e dell’Archivio Flamigni, è cresciuta dopo l’esperienza maturata con il primo progetto (Moro) iniziato nel 2017 nel carcere di Rebibbia, al quale è seguita la digitalizzazione degli altri procedimenti del Moro bis, ter e quater, attualmente in corso.
A Roma sono tuttora attivi, peraltro, sia il progetto riguardante la strage di Ustica che quello relativo al processo ai Nuclei armati rivoluzionari. Ulteriori percorsi progettuali sono stati attivati coinvolgendo gli Uffici giudiziari di Milano e Firenze.