Un misterioso picco di energia che si verifica nel cervello, al momento della morte potrebbe essere l’anima che lascia il corpo. Il dottor Stuart Hameroff, anestesiologo e professore presso l’Università dell’Arizona, ha recentemente discusso di uno studio che ha registrato l’attività cerebrale di pazienti clinicamente deceduti
di Antonio Di Ieva
Un recente studio ha registrato un improvviso picco di attività cerebrale nei momenti immediatamente successivi alla morte clinica di alcuni pazienti. Secondo il dottor Stuart Hameroff, anestesiologo e professore all’Università dell’Arizona, questo fenomeno potrebbe essere collegato alle esperienze di pre-morte o addirittura al momento in cui l’anima lascia il corpo.
L’Esperimento e la Scoperta
I ricercatori hanno monitorato l’attività cerebrale di sette pazienti affetti da malattie croniche, pochi minuti prima che venissero scollegati dal supporto vitale. Attraverso piccoli sensori applicati al cranio, hanno registrato l’attività cerebrale fino al momento in cui la pressione sanguigna e il battito cardiaco erano pari a zero.
Dopo l’arresto cardiaco, invece di una cessazione immediata dell’attività neuronale, gli scienziati hanno osservato un improvviso e breve picco di energia. Questo impulso ad alta frequenza, definito “sincronia gamma”, è durato tra i 30 e i 90 secondi prima di scomparire. La sincronia gamma è solitamente associata alla coscienza, alla percezione e alla consapevolezza, suggerendo che il cervello possa rimanere attivo anche dopo l’arresto cardiaco.
L’Ipotesi Quantistica della Coscienza
Il dottor Hameroff ha avanzato una teoria innovativa sulla coscienza, sostenendo che essa non sia un semplice prodotto dell’attività elettrica tra i neuroni, ma che avvenga a livello quantistico nei microtubuli, strutture presenti nelle cellule cerebrali.
Secondo questa ipotesi, quando il cuore smette di battere e il flusso sanguigno si interrompe, l’informazione quantistica contenuta nei microtubuli non si dissolve, ma si diffonde nell’universo. Se il paziente viene rianimato, tale informazione può tornare nel cervello, spiegando le esperienze di pre-morte. Se invece la morte è definitiva, questa “informazione quantistica” potrebbe continuare a esistere al di fuori del corpo, in una forma non ancora compresa dalla scienza.
Le Possibili Spiegazioni Scientifiche
Sebbene l’ipotesi di Hameroff sia affascinante, la comunità scientifica ritiene che la coscienza sia il risultato delle complesse interazioni tra le reti neurali del cervello. Gli scienziati dello studio hanno suggerito una spiegazione più convenzionale: il picco di attività cerebrale potrebbe essere una risposta all’ipossia, ovvero la mancanza di ossigeno.
Quando il cervello è privato di ossigeno, si verifica un effetto noto come “cascata elettrica”: un numero elevato di neuroni perde contemporaneamente il proprio potenziale elettrico, generando un’onda di attività che potrebbe spiegare le visioni e le memorie vivide riferite da molte persone rianimate dopo un arresto cardiaco.
Le Esperienze di Pre-Morte: Realtà o Illusione?
Molti pazienti che hanno vissuto esperienze di pre-morte riferiscono di aver percepito una luce intensa, di aver rivisto momenti della propria vita o di aver avuto la sensazione di uscire dal proprio corpo. Questo studio suggerisce che tali fenomeni potrebbero essere il risultato dell’ultimo sforzo del cervello per elaborare informazioni prima dello spegnimento definitivo.
Gli scienziati, tuttavia, riconoscono che questi risultati sollevano interrogativi profondi sul confine tra vita e morte. Anche se il picco di energia cerebrale è stato osservato, non esiste ancora una prova definitiva che esso sia legato alla coscienza o a una dimensione oltre la vita.
Lo studio apre, quindi, a nuove prospettive sulla comprensione della coscienza e del processo della morte. Se l’ipotesi quantistica di Hameroff fosse confermata, potrebbe rivoluzionare il nostro modo di concepire la mente umana e la possibilità di una continuità della coscienza oltre la morte biologica.
Nel frattempo, le ricerche proseguono per approfondire questi fenomeni e dare risposte più chiare a una delle domande più affascinanti della scienza: cosa accade alla nostra coscienza quando moriamo?
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