di Redazione
La missione europea Aspides avrà il via dal Consglio Affari Esteri il prossimo 19 febbraio, nel frattempo la fregata della Marina militare italiana “Martinengo” sta per assumere il comando, come unità di bandiera, della missione Ue antipirateria “Atalanta”. Della missione anti Houthi Aspides l’Italia ne assumerà il comando tattico: in queste ore presso lo Stato Maggiore della Difesa stanno decidendo il nominativo dell’ammiraglio a cui dare il delicato compito di difendere il naviglio comunitario nel Mar Rosso, bersagliato da giorni dal gruppo ribelle yemenita con droni e razzi, quando in transito dal Canale di Suez e dallo stretto di Bab el Mandeb.
Immediata le minaccia degli Houthi verso il nostro Paese, responsabile di mettere a “repentaglio la sicurezza delle sue navi militari e commerciali“. Le affermazioni dei ribelli yemeniti arrivano tramite il vice capo dell’Autorità per i media degli Ansar Allah (Houthi) Nasr al-Din Amer: “Colpiremo le navi che aggrediscono il nostro Paese — dice intervistato dall’AdnKronos — o che ostacolano la decisione di impedire alle navi israeliane di attraversare il Mar Rosso“. Secondo Amer, uno dei volti mediatici del gruppo armato che controlla ampie zone dello Yemen, guidare la “missione che intende intercettare i missili yemeniti che prendono di mira le navi israeliane o quelle dirette nello Stato ebraico costituisce un pericolo per l’Italia e la conduce allo scontro diretto con il nostro Paese”.
Il Ministero della Difesa italiana, nella serata di ieri, ha rispedito al mittente le minacce, descrivendole come “parte della loro guerra ibrida” e un tentativo di “minare la coesione e quella dell’Unione Europea”.
La Difesa sostiene, di fatto, che “attaccare navi commerciali di nazioni estranee a ciò che accade a Gaza, diffondere false informazioni, consentire il passaggio libero delle navi della Federazione Russa e della Cina ma non di altre, e minacciare l’Italia per l’assunzione del comando tattico dell’operazione Aspides, il cui unico scopo è la difesa delle nostre navi e della libera navigazione, sono tentativi di minare la nostra coesione e quella dell’Unione Europea”.
“Il tentativo degli Houthi”, ha continuato la nota del Ministero della Difesa guidato da Guido Crosetto, “è quello di convincerci che accettare in silenzio il ricatto del terrorismo e girare lo sguardo altrove anziché difendere la sicurezza e la libera navigazione sia la cosa giusta e più conveniente da fare”. “L’Unione Europea e, con essa, l’Italia”, ha concluso la nota, “rivendicano invece il diritto-dovere di intervenire a difesa della sicurezza, della libera circolazione delle merci, delle proprie economie e del diritto internazionale. Se fossero veramente interessati al popolo palestinese, avrebbero apprezzato l’intervento umanitario italiano, che è stato uno dei più significativi e immediati a sostegno del popolo palestinese”. Chiaro il riferimento al trasferimento in Italia di 100 bambini palestinesi, insieme alle loro famiglie, per ricevere cure mediche adeguate nei migliori ospedali pediatrici. Anche il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ribadito l’impegno dell’Italia, dichiarando: “Non ci lasciamo intimidire. Difenderemo le nostre navi perché siamo un Paese in cui il 40% del nostro PIL dipende dalle esportazioni”.
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