di Redazione
E’ ripresa l’offensiva militare israeliana su Gaza perchè la trattativa con Hamas è saltata. I terroristi, secondo Tel Aviv, hanno rifiutato di liberare un gruppo di donne ancora in ostaggio, di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato che Hamas ha violato l’accordo rifiutandosi di restituire 15 donne e 2 bambini.
I racconti dei liberati dipingono un quadro terribile sul trattamento subito durante la prigionia. Thomas Hand, padre di Emily, una bambina con doppia cittadinanza israeliana e irlandese, racconta che la testa della figlia era piena di pidocchi, e la bambina è stata costretta al silenzio per cinquanta giorni dai suoi rapitori, ora ha paura di esprimersi a voce alta.
Adina Moshe, 72 anni, liberata dopo cinquanta giorni di prigionia nei tunnel di Hamas sotto la Striscia di Gaza, fatica ad abituarsi alla luce dopo essere stata tenuta al buio. Alcuni ostaggi thailandesi riferiscono che i terroristi forniscono poco cibo ai prigionieri, mentre i rapiti israeliani sono trattati ancora peggio, subendo torture mediante fili elettridicati. Testimonianze agghiaccianti descrivono bambini ebrei sottoposti a bruciature alle gambe con la marmitta di una motocicletta, marchiati per essere riconosciuti in caso di fuga.
Le famiglie dei 130 prigionieri ancora in mano a Hamas sono disperate, mentre la situazione si complica ulteriormente con le reticenze e le falsità del gruppo terroristico. Le famiglie hanno chiesto un incontro urgente con Netanyahu, e a Tel Aviv si è svolta una manifestazione con decine di migliaia di persone che chiedevano il ritorno di tutti gli ostaggi. Tuttavia, la situazione rimane incerta, con Hamas che sostiene di aver consegnato tutte le donne e i bambini e che restano in ostaggio solo uomini e soldati.
La gestione spietata degli ostaggi da parte di Hamas, unita alla complessità della situazione con altre organizzazioni come la Jihad Islamica, rende, pertanto, incerto il destino dei 130 prigionieri ancora nascosti nei tunnel e nelle abitazioni. Il trattamento dei prigionieri è destinato a peggiorare con la mancanza di margini per i negoziati, mentre gli attacchi violenti dell’esercito israeliano sono ripresi.
L’offensiva militare di Israele continua
L’offensiva militare a piena intensità dovrebbe andare avanti fino agli inizi dell’anno prossimo. I raid si spostano verso Khan Younis, dove starebbe nascoscoto il capo indiscusso di Hamas, Yahya Sinwar. Gli altri bersagli sono Marwan Issa e il comandante militare Mohammed Deif. Alle manovre militari più ampie dovrebbe seguire la transizione e stabilizzazione.
La seconda fase dell’invasione israeliana della Striscia di Gaza, quella dopo il cessate il fuoco di sette giorni, è brutale come la prima. Gli aerei hanno colpito quattrocento obiettivi nelle 24 ore successive alla ripresa della guerra, dice l’Idf, e il numero dei morti palestinesi è arrivato sopra a quindicimila, secondo i dati del ministero della Sanità di Gaza.
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