Gli Stati Uniti hanno effettuato nuovi test su propri missili ipersonici lanciati dal cielo e da terra, avvalorando così i primi dopo i precedenti tre fallimenti. L’accelerazione del dipartimento della Difesa, nel settore della tecnologia ipersonica, per recuperere il preoccupante gap capacitivo rispetto alla Russia e alla Cina.
Martedì scorso è stato portato a destinazione per la seconda volta l’Agn-183A Air-launched Rapid Response Weapon (Arrw) da un aereo in volo. Si tratta di un missile che viene portato a velocità superiori a Mach 5 (oltre cinque volte la velocità del suono) da un booster, per poi sganciarsi e planare a velocità ipersonica sul bersaglio con testata convenzionale o nucleare, un missile difficile da intercettare dalle attuali difese missilistiche.
Inoltre il Dipartimento della Difesa fa sapere che ha anche collaudato il lancio di un missile ipersonico tattico Operational Fires, creato dal Defence Advanced Research Project Agency (Darpa, l’agenzia Usa che sviluppa le armi avanzate), che viene lanciato da camion o altri mezzi semoventi.
La Russia, che ha sviluppato da alcuni anni missili ipersonici, rivendica di aver già utilizzato queste armi sul teatro ucraino, come nel caso di missili Kinzhal che hanno colpito con estrema precisione depositi di armi e munizioni ucraine.
Gli Usa sperimentano nuove forme di difesa missilistica
La nuova arma degli Stati Uniti contro i missili ipersonici di Cina e Russia è l’aria calda. Come riporta il quotidiano Politico, il dipartimento della Difesa americano starebbe pensando di trasferire i progetti di palloni aerostatici dai servizi scientifici a quelli militari con obiettivi di sorveglianza ad alta quota.
Questi dispositivi – che volano tra i 60mila e i 90mila piedi, ossia tra i 18 e 27 chilometri d’altitudine – verrebbero quindi aggiunti alla già ampia rete di sorveglianza della Difesa americana e potrebbero essere usati per individuare i missili ipersonici. Per anni gli Stati Uniti hanno condotto test con i palloni aerostatici per raccogliere informazioni, fornire supporto alle truppe di terra e rimediare a eventuali problemi con i satelliti. Queste piattaforme ad alta o altissima quota, difficilmente rilevabili, “hanno molti vantaggi per la loro capacità di stazionamento, manovrabilità e anche flessibilità per carichi multipli“, spiega a Politico Tom Karako, ricercatore per il Programma di sicurezza internazionale e direttore del Progetto di difesa missilistica al Centro per gli studi strategici e internazionali.
Secondo Politico, negli ultimi due anni il Pentagono ha speso circa 3,8 milioni di dollari in progetti di palloni ad alta quota e prevede di spenderne altri 27,1 milioni di dollari per continuare a lavorare su molteplici sforzi nel settore della difesa missilistica.