“Tutti i contributi delle varie forze politiche sono serviti a migliorare l’attuale bozza di lavoro del Recovery Plan. Non abbiamo potuto accogliere tutte le richieste di ciascuna forza politica, dobbiamo sempre tener conto dell’equilibrio complessivo. Ma ciascuna forza può riconoscere l’incidenza delle proprie proposte nella nuova bozza e apprezzare i significativi passi avanti compiuti”. Lo avrebbe detto, a quanto apprende l’Adnkronos, il premier Giuseppe Conte aprendo i lavori del vertice con le forze di maggioranza sul Recovery Plan.
Il ministro Teresa Bellanova in tv ha detto che “il governo e’ al capolinea”. Di Maio e Zingaretti chiedono al premier di accelerare su un nuovo patto di legislatura. Giuseppe Conte non può far altro che convocare a Palazzo Chigi un vertice allargato ai rappresentanti dei partiti. Diciotto i rappresentanti seduti al tavolo, forse l’ultimo, prima di portare la bozza del Recovery Plan italiano al Consiglio dei Ministri, previsto a metà della prossima settima. I renziani fanno intendere che la soluzione maestra sono le dimissioni di Conte, scrive l’Ansa.
“Non si andra’ al voto, ma Conte non e’ indispensabile“, dice Ettore Rosato di Iv. Si protende, quindi, per una discussione in Parlamento per saggiare se l’attuale governo goda o meno della maggioranza. Zingaretti constatando che il governo è ormai sulle sabbie mobili chiede agli alleati di fermarsi, in nome della “responsabilità”. Renzi ripete dal canto suo che non è un ultimatum ma un’appello a Conte per accelerare e decidere sul Recovery, portando il piano in Cdm. No ad un governo tecnico o alle elezioni, apriremmo le porte alle destre. Il vertice non è proprio di quelli tradizionali, la tensione si respira nell’aria. Per Iv ci sono Teresa Bellanova, Maria Elena Boschi, Davide Faraone, esattamente di fronte ci sono il premier e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Vengono presentate le variazioni del piano secondo le osservazioni dei partiti. I renziani però constatano che non ci sono effettivi passi avanti. Faraone parla subito del Mes e del Ponte sullo Stretto, chiedendo più dettagli sul piano. Gualtieri risponde a tono: “se vi avessimo dato il piano completo prima di concordare le linee di sintesi, vi sareste lamentati”.
La Boschi prende la parola: “Pochi soldi all’agricoltura e niente al Family act. Se togliete soldi alle nostre ministre, non volete dialogare. Provocate”.
Federico Fornaro e Loredana De Petris di Leu sono espliciti: “Renzi sta cercando un “pretesto” per rompere, il Mes non e’ nel Recovery, punto. E non ha i voti in Parlamento”.
I renziani fanno capire che Conte è impegnato nella ricerca di responsabili in Parlamento, ma non li ha ancora trovati. Il timore di Pd e M5S è che Iv possa ritirare le due ministre prima del prossimo Consiglio dei Ministri.
Rimpasto
Il rimpasto potrebbe essere una soluzione, anche se ormai nessuno più ci crede. Secondo alcune indiscrezioni si starebbe pensando di dare un sottosegretario alla presidenza del Consiglio al Pd e creare la figura di un nuovo ministro al Recovery. Per Iv ci potrebbe essere la Difesa con un altro ministero mentre la delega ai Servizi passerebbe a un uomo di fiducia del premier.
Il Quirinale
Nel frattempo il Presidente della Repubblica Mattarella segue le vicende dal Quirinale in religioso silenzio, avendo già fatto capire di non essere disposto ad accettare una maggioranza parlamentare “raccogliticcia” grazie all’appoggio dei cosiddetti “Responsabili”.
Tra Conte e Renzi è un botta e risposta a mezzo messaggi via agenzie e social e tv
“Il Paese non puo’ permettersi un ritardo sul Recovery plan perche’ questo comprometterebbe la nostra ripresa e sarebbe imperdonabile rispetto ai cittadini”. Lo dice il premier Giuseppe Conte, a quanto si apprende, al vertice di governo sottolineando che il Recovery plan non puo’ essere lo strumento per definire tutte le questioni aperte nella maggioranza.
“Vorrei un governo Conte, non Conte, che dia un futuro all’Italia, che sblocchi le infrastrutture“. Cosi’ il leader di Iv, Matteo Renzi, a Stasera Italia su Rete 4.
“Abbiamo chiesto di iniziare a lavorare a luglio e vi siete svegliati a dicembre. E dal 7 dicembre ci avete riconvocato il 22 dicembre – hanno affermato gli esponenti di Iv – Noi abbiamo lavorato sempre, anche a Natale. Ora vogliamo il documento finale e su quello diamo valutazione in 24 ore. Non si perda altro tempo”.
La situazione è ancora molto fluida, Renzi ormai non può più tornare indietro, ha detto anche che sarebbe disposto a passare all’opposizione all’interno delle due Aule del Parlamento. Vedremo…