(di Francesco Matera) La sola prospettiva di avere il professore Mario Draghi quale prossimo presidente del Consiglio si è riverberata positivamente anche sui mercati, la vera cartina tornasole delle scelte nostrane. La borsa di Milano ieri ha stabilito il record delle borse europee attestandosi a un + 7,5%, mentre il differenziale tra titoli italiani e Bund tedesco (spread) si è fermato a quota 94 punti base, non avveniva dal lontano 2015. Gli analisti hanno anche previsto che in caso di Governo Draghi in carica nel giro di un paio di anni lo spread italiano potrebbe raggiungere i 40 punti base.
L’effetto Draghi ha spinto, in soli due giorni, gli investitori stranieri a credere nuovamente sull’Italia. La stessa Cristine Lagarde, presidente di turno della Bce, ha tirato un sospiro di sollievo, dichiarando a mezzo stampa di essere fiduciosa che Mario Draghi porterà l’Italia fuori dalla crisi economica, una crisi che attanaglia il nostro Paese da oltre vent’anni. Il sospiro di sollievo perchè avere la terza economia della zona Ue in salute garantisce lunga vita anche all’Unione.
Nel frattempo Mario Draghi sta tessendo la tela in Italia, una tela robusta, resistente ed elastica, proprio per non farla cedere facilmente alle turbolenze dei partiti. Ieri ha terminato il secondo giro di consultazioni con i partiti minori, oggi incontrerà gli azionisti della vecchia maggioranza e i partiti dell’opposizione che diventeranno futura maggioranza. Un gioco di parole che spiega in maniera ineludibile il percorso a ostacoli del nascente governo.
Tra dubbi, incertezze e diffidenza da parte delle varie anime dei partiti, la linea Draghi è chiara a tutti: sulla squadra decide lui e il Presidente Mattarella, mentre sul programma si sta cercando di proporre una sintesi in grado di accogliere la maggior parte delle istanze dei partiti della futura variopinta maggioranza.
Il premier incaricato ha anche già fatto intendere le priorità del suo programma: ambiente, campagna vaccini da accelerare, lavoro, imprese e scuola. Su quest’ultimo punto l’ex Bce ha insistito sull’obiettivo di cambiare il calendario scolastico, allungandolo a giugno oltre i termini previsti in modo da recuperare le assenze dovute al Covid-19. Mentre le riforme più corpose in cantiere interesseranno la Pubblica Amministrazione, la Giustizia Civile e il Fisco.
Se tutto dovesse andare come previsto Mario Draghi, in qualità di prossimo presidente del Consiglio inizierà anche a dare un impulso diverso agli impegni internazionali. Il 21 maggio prossimo a Roma, insieme con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen parteciperà all’Health Global Summit. Un consesso dei Paesi europei che, in armonia con l’Organizzazione mondiale della Sanità, cercherà di organizzare una nuova strategia per favorire la ricerca per i vaccini anti Covid-19 e risolvere i problemi della vaccinazione di massa, ancora troppo lenta.
Tanti sono i dossier internazionali che dovranno essere rivisti e ridiscussi con la nuova amministrazione Biden: i più urgenti riguardano i rapporti con la Cina per il 5G, la Russia per i diritti umani e l’Iran per il nucleare.
Altro nodo da sciogliere insieme con l’Europa è la gestione delle diverse influenze nel Mediterraneo allargato con un occhio di riguardo alla questione Libia. Il Sole24Ore al riguardo scrive che in previsione di un nuovo interesse americano nell’area sia Egitto che Emirati non hanno protestato più di tanto per l’elezione del nuovo presidente del Consiglio presidenziale libico, Mohammad Younes Menfi e del nuovo primo ministro, Abdul Hamid Mohammed Dbeibah. Nomine finalizzate solo a indire nuove elezioni che tuttavia preoccupano l’ex ministro degli Esteri e vicepresidente della Commissione Ue italiano Franco Frattini per le posizioni filoislamiche delle due personalità.
La stabilità della Libia è strettamente legata al problema dei flussi migratori, una questione molto cara alle forze sovraniste italiane con cui Draghi stesso cerca di costruire la nuova maggioranza di governo. Riprendere il ruolo storico dell’Italia in Libia è quindi una prerogativa imprescindibile, anche alla luce del fatto che Biden ha già detto che Turchia e Russia devono lasciare il territorio africano il prima possibile.