Governo tra nomine, fiducia e “imbarazzo diplomatico” con Tunisia

   

Settimana cruciale per il governo del cambiamento a guida M5S e Lega. Il primo ostacolo è la fiducia in parlamento che vedrà il premier Conte già in aula domani per depositare  alle 13.30 il discorso con le linee programmatiche. Mercoledì 6 giugno dalle ore 09.00 alle ore 14.00 si svolgerà la discussione generale. Alle 15.40, con diretta Tv, ci sarà a replica del premier e le dichiarazioni di voto dei gruppi e alle 17.45 la chiama nominale.

Sempre nei prossimi giorni si dovranno decidere le nomine di sottosegretari, deleghe strategiche, capi di gabinetto, uffici legislativi, tecnici e portavoce. Quarantatre sono i  posti in ballo  ai quali si aggiungono 28 commissioni permanenti, più le bicamerali come la Vigilanza Rai, l’Antimafia e il Copasir.

Poi ci sono quelli dei capi di gabinetto nei singoli ministeri, la questione di deleghe delicate come l’editoria o i Servizi segreti nonchè la partita delle nomine ai vertici delle società pubbliche che vedono in cima alla lista delle priorità il rinnovo del Cda della Rai ed i vertici di Cdp.

La spartizione di queste poltrone tra M5S e Lega deve tener conto di salvaguardare la risicata maggioranza in Senato, che prevede 161 voti. La conta dei Senatori M5S e Lega è pari a 167. Solo 6 voti in più la rendono una maggioranza “ballerina”.

Una maggioranza ancora più precaria per i paventati incarichi di governo a cui molti senatori giallo verde aspirano, ovvero sarebbero in lizza per la nomina. Lo spoil system tanto ventilato dalla nuova compagine politica intanto, è minato da alcune conferme soprattutto nei ministeri chiave.

Al Mise potrebbe far ritorno Vito Cozzoli, oggi a capo del Servizio di sicurezza della Camera ed ex capo di Gabinetto con la ministra Guidi, così come sulla poltrona da segretario generale di Palazzo Chigi potrebbe tonare a sedersi Vincenzo Fortunato, ex braccio destro del ministro Tremonti. E se è vero che il neo ministro della Giustizia Bonafede smentisce perfino contatti telefonici, alcune fonti ben informate danno i pm Piercarlo Davigo o Nino Di Matteo certi per le prossime nomine a via Arenula.

Il primo appuntamento sarà comunque in Parlamento con l’elezione dei nuovi capigruppo giallo-verdi: per la Lega al Senato in pole è Candiani mentre alla Camera potrebbe toccare a Molteni che corre però anche per la presidenza della commissione Giustizia. A rappresentare i pentastellati, che decideranno domani sera in assemblea congiunta dei gruppi, ci sarebbero in pole i vicari Laura Castelli e Vincenzo Crimi.

La partita non è però chiusa e si intreccia con quella dei sottosegretari: i 5S ambirebbero a incassare proprio per Crimi la delega ai servizi, ora nelle mani del premier Giuseppe Conte, per la quale è in pole anche il leghista e Sottosegretario a Palazzo Chigi Giorgetti.

Ci sono poi le bicamerali per le quali è in pole position il senatore 5 Stelle Nicola Morra all’antimafia. Il parlamentare calabrese l’avrebbe spuntata sul collega Michele Giarrusso che ambiva a quella carica. La Vigilanza Rai dovrebbe andare invece all’opposizione e in corsa per Fi si parla di Maurizio Gasparri e di Paolo Romani mentre al Pd andrebbe il Comitato parlamentare per la sicurezza destinato a Lorenzo Guerini.

M5S e Lega dovranno dividersi anche le presidenze di tutte le altre commissioni permanenti: alla Bilancio della Camera potrebbero arrivare i grillini D’Inca, molto vicino a Di Maio, (in alternativa si fa il nome di Castelli ma anche il leghista Borghi la reclama) mentre al Senato è in lizza il leghista ed economista Bagnai. C’è poi la questione delle deleghe: quella alle Tlc ad esempio, Di Maio vorrebbe tenersela ma alla fine invece potrebbe essere affidata a un leghista come Siri, da sempre in buoni rapporti con Forza Italia. Quanto all’editoria non è escluso che la delega possa passare in capo al ministro dei Beni Culturali. Restando a palazzo Chigi, è da decidere anche il ruolo di portavoce del premier, per il quale resta in pole il responsabile della comunicazione M5s Rocco Casalino. In via di rinnovo anche il ruolo di segretario generale ora affidato a Paolo Aquilanti e quello di consigliere diplomatico.

Nel frattempo questa mattina a Milano il leader della Lega Matteo Salvini, si è incontrato con Silvio Berlusconi per discutere in generale della situazione politica italiana. Gli addetti ai lavori hanno riferito di un incontro dai toni cordiali. Hanno anche affermato che non si è parlato affatto di un eventuale sostegno di Forza Italia per il voto di fiducia al governo del cambiamento. Rimane, invece, in sospeso la posizione di Fratelli d’Italia, che a più riprese ha comunicato di appoggiare le politiche di Salvini per quanto riguarda l’immigrazione, ma non si è ancora espressa sul voto di fiducia.

A proposito di immigrazione, il governo tunisino ha richiamato l’Ambasciatore italiano ad Algeri per avere chiarimenti sulle frasi di Matteo Salvini. Il Leader della lega ha detto oggi  che la Tunisia manderebbe in Italia “solo galeotti” e non “gentiluomini” e che la Tunisia non rispetterebbe gli accordi bilaterali in materia. Sempre Matteo Salvini ha detto che l’Europa deve aiutarci, altrimenti faremo da soli,  sempre nel pieno rispetto del buon senso.

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