Il presidente del governo parallelo della #Libia Abdullah Al-Thinni su Alwasat ha detto che #Haftar è pronto a trattare la resa.
Alla base della svolta l’arrivo di armamenti e mezzi a #Tripoli, in particolare blindati, forniti dalla Turchia e dall’Algeria a sostegno dell’Operazione Vulcano, lanciata dalle forze di al Serraj. Si parla di enormi rinforzi per contrastare con la forza le milizie del generale Haftar che pensavano di prendere Tripoli più facilmente, la cui avanzata verso la capitale è stata bloccata da circa 45 giorni.
L’invio di rinforzi da Ankara seguono infatti gli aiuti bellici forniti al generale da parte di Egitto, Emirati arabi uniti e Arabia saudita, compresi droni con cui le forze del generale hanno compiuto raid con non poche conseguenze sulla popolazioni civile.
La questione delle armi date a Haftar, si tratta di una palese violazione dell’embargo imposto dalle Nazioni Unite e sul quale è tornato a parlare il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che ha chiesto a tutti i Paesi di mettere in atto un embargo sulle armi nei confronti della Libia.
Guterres ha espresso con fermezza la posizione, secondo un rapporto circolato venerdì al Consiglio di sicurezza che riferiva di continuo arrivo di armi dal mare. Al riguardo il numero uno del Palazzo di Vetro ha evidenziato che l’Ue ha esteso il mandato della missione navale, riferimento a #Eunavformed Op. #Sophia – non autorizzando però l’impiego degli assetti navali. Secondo Guterres la presenza dell’Operazione navale europea “#Sophia”, avrebbe potuto mitigare l’arrivo di armi sui lidi libici.