(di Massimiliano D’Elia) Guerra asimmetrica fatta con mezzi rudimentali ma che ha eseguito una strategia studiata nei minimi particolari, forse anche con l’aiuto esterno di elementi statuali ben addestrati. Le ipotesi sul successo dell’iniziativa militare di Hamas sul territorio israeliano sono tante ma quasi tutte riportano ad un presunto aiuto di Teheran e forse anche di Mosca che come noto, a seguito del conflitto russo-ucraino, ha stretto un rapporto di cooperazione economico-militare molto intenso con l’Iran (scambio tecnologia sui droni Shahed e caccia Su-25).
L’avvicinamento di Tel Aviv a Riad voluto e promosso dagli Usa negli ultimi mesi probabilmente è stato la miccia che ha accellerato l’interevento armato nella striscia di Gaza fino a lambire il territorio israeliano: non era mai successo vedere camionette piene di terroristi girare indisturbati tra i villaggi, liberi di sparare contro militari e civili, prendendo anche dei prigionieri.
I temutissimi 007 israeliani questa volta sono stati messi sotto scacco da un avversario povero di risorse ma molto determinato, in grado di preparare un attacco di tale portata nell’assoluto silenzio e anonimato.
Hamas ha ribaltato l’inferiorità numerica e tecnologica delle sue forze riuscendo ad attuare un attacco militare su larga scala e multidominio: contemporaneamente dall’aria, terra, mare, utilizzando elementi semplici ma fondamentali di guerra elettronica per disturbare i sensori di rilevamento israeliani.
Sono stati utilizzati razzi senza sistemi di guida, deltaplani a motore, camionici pick up e gommoni. Sono stati utilizzati tutti insieme sul modello degli sciami per saturare la capacità delle difese aeree, come la supertecnologica Iron Dome che ha abbattuto tantissimi razzi ma non è riuscita ad abbatterli tutti.
In particolare sono stati vincenti i deltaplani che hanno trasportato guastatori armati fino ai reticolati della frontiera. Hamas ha utilizzato apparecchi jammer per accecare i radar e rendere invisibile i raid dal cielo. In effetti c’è stata una combinazione di questi uomini volanti con poderosi sciami di piccoli droni, dove specialemte a Sderot hanno avuto la meglio sulle difese di confine.
Gli uomini sui deltaplani con i loro sciami di droni hanno dimostrato efficacia e letalità anche contro i temibilissimi carri armati Merkava. Hanno fatto il giro della rete i video della distruzione di un tank israliano con un ordigno lanciato da un comune drone. Droni come quelli che utilizzano e producono gli iraniani, per intenderci e che sono venduti ai russi per l’impiego in Ucraina. All’azione sul campo Hamas ha utilizzato con abilità alcuni rudimenti della guerra cognitiva inondando la rete di immagini e video che testimoniavano la presa di roccaforti israeliane un tempo inavvicinabili. Hanno destato molto scalpore le immagini dei prigionieri e dei corpi straziati lasciati per terra dopo il conflitto. Dopo la guerra in Ucraina, un’altro fronte si è aperto in Medio Oriente dove Stati una volta inavvicinabili ora si uniscono per combattere l’Occidente reo di aver condizionato le politiche mondiali per troppo tempo.
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