(di Andrea Pinto) Abbiamo raddoppiato i missili di precisione puntati su Israele, ha detto il capo di Hezbollah in Libano ad una televisione pro-Hezbollah. L’intervista è durata quattro ore ed in molti sostengono che è stata rilasciata per sollevare il morale ai seguaci del gruppo dopo l’anno più disastroso per il Libano dalla guerra civile. Il crollo dell’economia e l’esplosione del porto di Beirut in agosto hanno inclinato l’immagine del gruppo che ha visto anche aumentare l’ostilità delle principali fazioni politiche nonostante la nota influenza di Hezbollah all’interno del governo libanese. Hezbollah in Libano è sostenuto dalle comunità sciite al sud e della Valle della Bega.
Hezbollah in questi mesi ha voluto tenere un profilo basso. Non ha reagito mentre Israele ha ripetutamente bombardato le sue postazioni sulle linee di rifornimento provenienti dall’Iran attraverso la Siria. Il giorno di Natale, alcuni jet, che si presume fossero israeliani, hanno volato a bassa quota su Beirut dopo aver lanciato alcuni missili su alcune basi chiave in Siria utilizzate dall’Iran per lo sviluppo di armi. Sebbene tali attacchi non sono una novità, il fatto che i missili fossero visibili mentre venivano lanciati potrebbe essere letto come un avvertimento per i residenti della città che convivono con gruppi di Hezbollah nascosti nei sobborghi. L’anno scorso, oltre a colpire la Siria, gli israeliani hanno attaccato lo stesso Libano, usando droni per colpire un bunker nel sud di Beirut che, secondo la loro intelligence, immagazzinava un componente importante per la produzione di missili a guida di precisione. Israele nei suoi report aveva stimato che dei 100.000 missili in possesso di Hezbollah, solo poche dozzine potevano essere guidati con precisione. Tra gli obiettivi di Hezbollah figuravano edifici governativi, il quartier generale delle forze di difesa israeliane (IDF) a Tel Aviv, il reattore nucleare di Dimona e altri obiettivi militari e civili.
Israele ha dovuto quindi rinforzare la sua difesa missilistica. Questo mese l’IDF ha annunciato di aver effettuato per la prima volta un test simultaneo dei suoi tre “livelli” del sistema di difesa missilistico.
I livelli prendono il nome in codice Iron Dome, David’s Sling e Arrow e difendono rispettivamente da missili e droni a corto raggio, missili a medio raggio e da crociera e missili balistici a lungo raggio.
Nel frattempo Hezbollah non ha reagito neanche alla morte a luglio scorso di uno dei suoi combattenti più noti in seguito ad un bombardamento israeliano in Siria. Il gruppo terrorista ha perso centinaia di uomini che lottavano per il presidente Assad. Né c’è stata alcuna reazione né da Hezbollah né dall’Iran per l’uccisione da parte degli Stati Uniti il 3 gennaio scorso del generale Qasem Soleimani, anche se il presidente Nasrallah ha detto più di una volta che l’Iran non lo ha dimenticato, dichiarando che “la vendetta è in arrivo, non importa quanto tempo ci vorrà”.
Probabilmente Hezbollah prima di ritornare a combattere sta aspettando di conoscere le nuove linee di politica estera americana con l’insediamento del nuovo presidente Joe Biden.