Il Ministro dell’Interno Salvini è volato in Libia per incontrare i vertici politici del paese nordafricano per cercare di aprire una porta che consenta, nel breve medio periodo, di iniziare un percorso per l’apertura di hotspot, centri di accoglienza e identificazione migranti a sud della Libia. Questa la proposta dell’Italia che sarà presentata al Consiglio europeo di giovedì a Bruxelles. A dirlo è stato lo stesso Salvini prima di incontrare le autorità libiche e affrontare con loro il problema dei flussi migratori. Il ministro ha incontrato il presidente del Governo di accordo nazionale libico, Fayez Serraj, il suo omologo Abdulsalam Ashour e il vicepremier Ahmed Maitig. “Hotspot dell’accoglienza in Italia? Sarebbe un problema per noi e per la Libia stessa perchè i flussi della morte non verrebbero interrotti. Noi abbiamo proposto centri di accoglienza posti ai confini a Sud della Libia per evitare che anche Tripoli diventi un imbuto, come Italia.
In quale Paese andranno poi riposizionati, non è ancora chiaro. Maitig del resto ha chiarito che la Libia non ne vuole sapere di averli sul proprio territorio: “Abbiamo diversi punti in comune con la strategia europea per la gestione dell’immigrazione illegale ma respingiamo categoricamente la presenza di ogni campo per migranti in Libia, va contro la legge libica e contro il volere dei libici”. Il vice premier libico ha chiesto invece che l’immigrazione sia gestita dall’Ue “nell’ambito di un programma libico”. Maitig ha comunque sottolineato che quella del vice premier italiano in Libia è stata una visita “eccezionale” e su cui verrà costruito tanto lavoro; ha anche invitato i Paesi europei del Mediterraneo, attraverso l’Italia, a partecipare a un vertice sull’immigrazione nel mese di settembre a Tripoli.
Salvini ha ricordato che “nessuno più dell’Italia è impegnato per lo sviluppo e la stabilità della Libia” e ha ribadito che la sua visita “è una conferma di questo impegno”. L’Italia intende svolgere un ruolo di primo piano nell’arena politica per promuovere “la riconciliazione e la stabilità libica. Questo avverrà grazie all’esperienza dell’Italia e alla sua presenza nel Paese con la sua ambasciata” ma anche grazie “all’equidistanza dalle parti” in gioco. Tra l’altro ha sottolineato che la Libia deve “uscire dalla situazione di emergenza causata da migranti” e che l’Italia è pronta ad aiutare Tripoli per “sviluppare economia, affari, cultura e scambi. La Guardia Costiera libica, comunque ora sta lavorando a pieno ritmo. Nel fine settimana hanno soccorso quasi 1.000 migranti al largo delle coste settentrionali del Paese; quasi 2.000 da mercoledì scorso.