di Redazione
Il gruppo ribelle yemenita degli Houthi ieri ha attaccato la petroliera americana Torm Thor che navigava nel Golfo di Aden, dove erano presenti anche alcune navi da guerra a stelle e strisce. La notizia è stata riportata dalla testata Al-Masirah, controllata dal gruppo sciita. Ormai agli attacchi delle navi cargo eravamo quasi abituati, ora dalle minacce via social di compromettere i cavi sottomarini si sarebbe passati ai fatti perchè i miliziani filo-iraniani avrebbero danneggiato quattro cavi sottomarini nel Mar Rosso, tra Gedda, in Arabia Saudita, e Gibuti, nell’Africa orientale. A riportare l’importante notizia il quotidiano economico israeliano Globes, secondo cui i cavi danneggiati sarebbero:
AAE-1, collega Asia-Africa-Europe 1, esteso 25 mila chilometri, dal sud-est asiatico all’Europa, attraverso l’Egitto, che collega Hong Kong, Vietnam, Cambogia, Malesia, Singapore, Thailandia, India, Pakistan, Oman, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Yemen, Gibuti, Arabia Saudita, Egitto, Grecia, Italia e Francia;
Seacom, cavo di 17 mila chilometri che collega Sudafrica, Kenya, Tanzania, Mozambico, Gibuti, Francia e India;
Europe India Gateway (Eig), cavo in fibra ottica di 15 mila chilometri che collega Regno Unito, Portogallo, Gibilterra, Monaco, Francia, Libia, Egitto, Arabia Saudita, Gibuti, Oman, Emirati e India. Sarebbe stato colpito anche il Tgn.
I danni provocati dagli Houthi “stanno già causando gravi interruzioni delle comunicazioni internet tra Europa e Asia, con danni soprattutto nei paesi del Golfo e in India“, riporta Globes. Non ci sono però conferme ufficiali da parte delle autorità locali e dai comandi militari. Si stima che il danno alle attività di comunicazione sia significativo, ma non critico perché altri cavi passano attraverso la stessa regione collegando Asia, Africa ed Europa e non sono stati colpiti. Secondo le stime, la riparazione di un numero così elevato di cavi sottomarini potrebbe richiedere almeno otto settimane e comporterebbe l’esposizione a rischi dovuti alle attività degli Houthi. Le società di telecomunicazioni saranno costrette a cercare aziende disposte a eseguire i lavori di riparazione e probabilmente a pagare loro un compenso esosissimo perchè le assicurazioni non forniscono più servizi per le navi posacavi che operano nelle acque dello Yemen. Troppo pericoloso assicurare navi particolari il cui prezzo va da 80-100 milioni di dollari.
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