Secondo un’accusa ufficiale, un agente operativo nella CIA, che è stato arrestato a gennaio di quest’anno per aver violato la legge sullo spionaggio, ha condiviso informazioni classificate con la Cina.
L’FBI ha arrestato Jerry Chun Shing Lee, 53 anni, il 15 gennaio, accusandolo di possedere informazioni classificate che includevano elenchi di nomi reali (cittadini stranieri reclutati dai funzionari della CIA per spiare gli Stati Uniti all’estero) e le posizioni delle “strutture segrete” della CIA (case sicure che sono tipicamente utilizzate dal personale della CIA)
Lee, 53 anni, è stato arrestato dopo una lunga operazione sotto copertura dell’FBI. La stessa prevedeva l’opportunità di un lavoro fittizio negli Stati Uniti per convincere Lee a recarsi a New York da Hong Kong, dove viveva dopo aver lasciato la CIA nel 2007.
La denuncia iniziale dell’FBI non ha incriminato Lee per aver trasmesso le informazioni top secret a chiunque. All’epoca si pensava che ciò fosse dovuto al fatto che l’FBI non era stato in grado di dimostrare, in modo conclusivo, che Lee aveva svolto attività di spionaggio.
Martedì, tuttavia, Lee è stato formalmente incriminato per cospirazione per aver raccolto e trasmesso informazioni di difesa nazionale volte ad aiutare un governo straniero.
Tale accusa si è aggiunta ad un’accusa, precedentemente dichiarata, di detenzione illegale di materiale relativo alla difesa nazionale americana.
Le accuse più descrittive che sono emerse contro Lee, affermano che Lee sia stato avvicinato da due ufficiali dei servizi segreti cinesi nel 2010, tre anni dopo aver lasciato la CIA.
I funzionari dei servizi segreti cinesi, presumibilmente, offrirono di dare a Lee una notevole somma di denaro in cambio dell’accesso alle informazioni classificate. Secondo i documenti del tribunale, a Lee furono altresì forniti, dai servizi cinesi, indirizzi e-mail che poteva usare per comunicare con loro di nascosto “fino almeno al 2011”.
I documenti affermano, inoltre, che Lee avrebbe effettuato “numerosi depositi in contanti”, che ha faticato a giustificare quando è stato interrogato dai funzionari americani del controspionaggio. Secondo l’accusa, Lee avrebbe anche mentito durante l’interrogatorio per coprire le sue attività finanziarie.
L’avvocato difensore di Lee, Edward MacMahon, ha detto alla Corte che il suo assistito non è “una spia cinese”, ma “un americano leale che ama il suo paese”. Ha anche sottolineato che Lee ha prestato servizio nell’esercito americano e nella CIA. Il governo cinese non ha fatto commenti sul caso.