(di Massimiliano D’Elia) La fantomatica lista Conte si attesterebbe a oltre il 15%, secondo un sondaggio di Euromedia Research fatto per Porta a Porta. Se poi il premier dovesse guidare il M5S la musica diventa ancora più soave, dal 14,6% al 20,2% di gradimento.
Cosa fare, allora? L’avvocato pugliese è molto dibattuto e secondo le indiscrezioni della carta stampata sarebbe anche solleticato dall’idea di misurarsi in elezioni politiche anticipate. Nelle ultime ore a gettare ancora più nel panico il suo governo l’inchiesta per associazione a delinquere che ha tirato nelle maglie della magistratura Lorenzo Cesa, proprio colui che insieme ai parlamentari dell’Udc, poteva costituire l’ossatura della quarta gamba del governo.
Ieri mattina un tam tam di messaggi via smartphone tra i parlamentari della maggioranza: “I numeri al Senato sono preoccupanti”. Conte ha cercato di tranquilizzarli: “Abbiamo la maggioranza e il tempo per rafforzarci”. Ma quanto tempo? Si parla di massimo 5 giorni anche se in molti sostengono che il Capo dello Stato abbia concesso a Conte 10 giorni. Un tempo lunghissimo che favorirebbe il premier nella ricerca di parlamentari “responsabili o costruttori”, anche se non ci sono ancora evidenze sul salto della quaglia da parte di questi onorevoli. Tentati alle lusinghe di Conte ci sarebbero uno sparuto numero di parlamentari di Iv e FI, anche se non si fanno ancora avanti perchè non intravedono la certezza che il premier possa avere i numeri e la forza per continuare con questo esecutivo. Hanno quindi paura di esporsi, di uscire allo scoperto ed essere ripudiati per sempre dai loro partiti di origine.
Di fronte alle flebili aperture di Renzi, Conte ieri ha provato forse con l’ultima mossa, un Cdm notturno a sorpresa dove ha consegnato al suo consigliere diplomatico Pietro Benassi la delega ai servizi segreti.
Ora Conte però deve fare in fretta e sperare che Renzi si ammorbidisca perchè mercoledì prossimo si vota la relazione di Bonafede sulla giustizia. Al riguardo Renzi ha però già annunciato suo voto contrario, una condizione pericolosa perchè se il governo non dovesse incassare la maggioranza sulla relazione del guardasigilli, Mattarella non può far altro che prendere in considerazione l’unica strada percorribile, sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni.
A nuove elezioni ci starebbero pensando anche i big del Pd, un modo per depotenziare subito Giuseppe Conte che, invece, con le redini del potere governativo potrebbe continuare a federare tutti i centristi dell’arena politica attraendo in maniera trasversale anche i voti degli italiani.