Il governo canadese sta rivedendo la sua decisione sull’acquisto degli aerei da combattimento F-35, valutando possibili alternative. Il ministero della Difesa ha confermato all’AFP che il nuovo primo ministro Mark Carney, entrato in carica di recente, intende determinare se il contratto attuale rappresenti davvero il miglior investimento per il paese.

L’accordo, firmato nel 2023 con la Lockheed Martin, prevede l’acquisto di 88 F-35. Il pagamento per i primi 16 velivoli è già stato effettuato e la consegna è prevista per l’inizio del prossimo anno. Tuttavia, il governo canadese vuole assicurarsi che il contratto soddisfi pienamente le necessità del paese, considerando il mutato contesto geopolitico ed economico.

Questa decisione arriva in un momento di tensioni commerciali tra Canada e Stati Uniti. Da quando è tornato alla Casa Bianca, il presidente americano Donald Trump ha avviato una politica commerciale aggressiva nei confronti del Canada, sollevando persino l’ipotesi di annetterlo come 51º stato americano. In questo scenario, Ottawa sta valutando con maggiore attenzione i suoi investimenti nella difesa e le possibili implicazioni strategiche di tale accordo.

Il portavoce del ministro della Difesa ha ribadito che il contratto non è stato annullato, ma che è necessario un riesame approfondito per garantire che sia realmente vantaggioso per il Canada e le sue forze armate. Il governo vuole assicurarsi che l’investimento sia il più adeguato possibile e che altre opzioni non offrano soluzioni migliori.

Attualmente, il programma F-35 coinvolge diversi paesi oltre agli Stati Uniti e al Canada, tra cui Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Turchia (sebbene la sua partecipazione sia stata sospesa), Australia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Polonia, Finlandia, Giappone, Corea del Sud, Israele e Singapore. Questi paesi hanno investito nel programma e molti hanno già iniziato a ricevere i propri velivoli.

L’esito di questa valutazione potrebbe influenzare le future scelte strategiche del Canada in ambito militare e industriale, con possibili conseguenze anche nei rapporti con gli Stati Uniti e con altri potenziali fornitori di aerei da combattimento.

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