Il Financial Times durante il “FT Weekend Festival” di Washington ha avvicinato il direttore della Cia, Bill Burns per fargli alcune domande sulla situazione all’estero a seguito dell’invasione russa in Ucraina.
La posizione della Cina rispetto alla crisi in Ucraina. Burns ha detto che Xi Jinping è rimasto particolarmente colpito dagli sviluppi della guerra in Ucraina tant’è che ha posto seri dubbi sull’amicizia tra Pechino e Mosca. Xi ha potuto appurare che la vicinanza sino-russa ha dei “limiti” in un momento storico in cui gli alleati occidentali si stanno ricompattando sempre di più rispetto al passato. Questa valutazione, che ha sorpreso la leadership cinese, potrà avere delle conseguenze anche sulle mire cinesi su Taiwan, sostiene Burns. “Ci colpisce… che Xi Jinping sia turbato dal danno reputazionale economico che può derivare alla Cina a causa dell’associazione con la brutalità dell’aggressione russa contro gli ucraini, e poi è certamente turbato dall’incertezza prodotta dalla guerra.”
Il capo degli 007 americani ha esplicitamente detto, al riguardo, che la Cina è preoccupata dal fatto che Putin, a seguito della sua operazione speciale in Ucraina, starebbe di fatto avvicinando europei e americani in funzione anti-cinese. La guerra in Ucraina per Xi, aggiunge Burns, costituisce un utile riferimento da guardare con attenzione per trarre lezioni, in funzione anti-Taiwan. Burns non ritiene che Xi desista dall’intenzione di controllore totalmente Taiwan, tuttavia è probabile che il conflitto in Ucraina possa far scemare la determinazione di Pechino, facendo cambiare i calcoli iniziali sulla presa di Taiwan.
Burns ha poi fatto alcuni riferimenti sulla polemica delle “cosiddette imbeccate degli 007 al NYT”: “la Cina è la più grande sfida geopolitica che dobbiamo affrontare a lungo termine, anche se la minaccia di Putin non può essere sottovalutata. Lui ha dimostrato, in modo inquietante che i poteri in declino possono essere dirompenti almeno quanto quelli in auge. È irresponsabile, molto rischioso e pericoloso quando le persone parlano troppo. Che si tratti di discorsi in privato o in pubblico di specifici problemi di intelligence“.
Il direttore della Cia ha anche precisato che sarebbe un “grande errore” sottovalutare le capacità di intelligence dell’Ucraina e la loro capacità di fare una efficacie controinformazione: “Questo è il loro paese. Hanno molte più informazioni di noi e molte più informazioni di quante ne abbiamo noi negli Stati Uniti e tra i nostri alleati”.
Poi Burns ha evidenziato che “Putin è in uno stato d’animo in cui non crede di potersi permettere di perdere, quindi la posta in gioco in questa fase è piuttosto alta. Penso che, in questo momento, Putin sia convinto che raddoppiare le forze e i mezzi… gli consentirà di fare progressi” . Sulle armi nucleari Burns ha detto che l’intelligence statunitense non ha prove che la Russia stia pianificando di schierare armi nucleari tattiche, ma ha precisato il capo della Cia “non possiamo prendere alla leggera questa remota possibilità”.