Si è conclusa oggi al Senato l’approvazione del decreto Dignità. Il provvedimento è stato approvato con 155 voti favorevoli, 125 contrari e 1 astenuto. L’Aula si è espressa sul testo che era uscito dalla Camera, si attende solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento nella sua versione finale. Palazzo Madama ha dunque confermato le modifiche al capitolo del lavoro, come l’estensione degli incentivi alle assunzioni di “under 35” fino al 2020, una più estesa applicazione dei voucher nelle attività ricettive e una ‘fase transitoria’ che esclude fino al 31 ottobre le strette sui contratti a termine.
È stata una seduta segnata dalla tensione, con frequenti e vivaci confronti tra esponenti pentastellati e democratici. Alla fine, la stragrande maggioranza dei senatori del Pd hanno esposto dei cartelli polemici con su scritto “80mila, bye bye lavoratori” subito rimossi dai commessi su invito cella presidente Casellati, che è stata costretta più volte ad intervenire per riportare l’ordine nell’Aula.
Palazzo Madama ha confermato quindi le modifiche al capitolo lavoro, come la prosecuzione degli incentivi alle assunzioni “under 35” fino al 2020 che consente, alle imprese che effettueranno nuove assunzioni stabili con contratto a tutele crescenti di continuare a beneficiare dello sgravio contributivo pari al 50% introdotto dalla legge di Bilancio 2018. Il provvedimento prevede anche una più estesa applicazione dei voucher nelle attività ricettive e una ‘fase transitoria’ che esclude fino al 31 ottobre prossimo le proroghe e ai rinnovi dei contratti a termine in essere al 14 luglio scorso.
Novità anche per i sistema giochi che entro il 2020 le “slot” e “vlt” dovranno essere muniti di ‘lettori’ obbligatori di tessera sanitaria per tenerne lontani i minori (con 10mila euro di multa ad apparecchiatura non in regola) e logo “no slot” su pubblici esercizi e circoli privati che rinunciano a ospitare tali attività.
Il DL varato da Palazzo Chigi restringe inoltre le finestre per il ricorso al tempo determinato (causali già dopo 12 mesi e contratti per non più di 24 mesi in tutto, dai precedenti 36, e più 0,5% contributivo a ogni rinnovo) e aumenta le indennità previsti dai contratti a tutele crescenti (si passa da 4 a 6 mensilità come minimo e da 24 a 36 come massimo). E si punta e a colpire le cosiddette delocalizzazioni selvagge con sanzioni e restituzioni “onerose” di quanto incassato dallo Stato, e il gioco d’azzardo attraverso lo stop alla pubblicità, anche sotto forma di sponsorizzazione, (un emendamento dell’opposizione che ha ottenuto con il parere favorevole del vicepremier Luigi Di Maio, innalza le relative sanzioni dal 5 al 20% del valore della promozione). Arrivano peraltro soprattutto da questo settore le risorse necessarie per aumentare gli indennizzi, grazie a una manovra sul Preu (Prelievo unico sui giochi). Non mancano misure di semplificazioni fiscali come l’addio allo “split payment” per i professionisti, lo stop al redditometro per gli accertamenti 2016 e lo spostamento a febbraio 2019 del prossimo appuntamento con lo spesometro.